Danno ambientale con le emissioni nocive delle pizzerie

La pizza, prodotto italiano, ormai diffuso in tutto il mondo, pare che influisca negativamente sul crescente fenomeno dei cambiamenti climatici.

Uno studio recente ha rivelato un legame tra il danno ambientale e le emissioni nocive delle pizzerie e degli steakhouse che utilizzano stufe a legna o carbone.

Secondo lo studio, queste emissioni sono tra i fattori che contribuiscono al cambiamento climatico e al riscaldamento globale.

Le pizzerie a legna e i bracieri dei locali sono una delle principali fonti di inquinamento nella maggior parte delle città.

Un team di esperti dell’inquinamento dell’aria di sette università ha studiato le cause dell’inquinamento a Sao Paulo in Brasile.

E’ emerso che Sao Paulo, sede di circa 8.000 pizzerie, che prepara quasi 1 milione di pizze al giorno, è una città inquinata. Oltre 800 pizze al giorno sono realizzate con stufe a legna nelle pizzerie e un migliaio in più per la consegna a domicilio sono cucinate utilizzando legna.

Prashant Kumar dell’Università di Surrey, in UK, ha detto che ci sono più di 7,5 ettari di foresta che viene bruciata ogni mese per alimentare pizzerie e steakhouse e oltre 307.000 tonnellate di legna vengono bruciate ogni anno per la pizza.

In Italia, a dicembre, lo scorso anno, il comune di San Vitaliano, a nord est di Napoli, aveva chiuso le pizzerie per troppo smog.

“Per le attività produttive di panificazione e ristorazione, quali le pizzerie, è vietato utilizzare la combustione di biomassa solida (legna, cippato, pellet, carbonella, ecc.) per la cottura di cibi, in apparecchiature varie, inclusi i forni chiusi o aperti e i foconi per le griglie”, diceva l’ordinanza del sindaco.


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