Animal Equality si unisce all’appello lanciato da Greenpeace per la riduzione del numero di animali allevati, una risposta concreta per ripristinare la sicurezza alimentare nell’Unione europea. Rinunciare al Green Deal favorendo un sistema di produzione alimentare insostenibile, al contrario, non è e non deve essere la soluzione.
Ieri la Commissione europea ha annunciato sostegni economici per 500 milioni di euro agli agricoltori e di voler allentare le misure di protezione ambientale previste dalla Politica agricola comune dell’UE a discapito delle strategie europee legate al Green Deal.
Si tratta di una decisione grave, che arriva sulla scia di pressioni da parte dell’industria degli allevamenti intensivi che ha chiesto di frenare il Green Deal e limitare le misure relative alle strategie europee Biodiversità 2030 e Farm to Fork, a discapito di tutti ma non della produzione intensiva e dannosa portata avanti dai loro comparti.
Ancora più grave è che il Ministro dell’Agricoltura Patuanelli si sia unito alle voci degli allevatori chiedendo a gran voce di posticipare le misure previste dal Green Deal al 2023 e adottare nel frattempo un piano strategico transitorio e rimodulando la PAC.
Come riportato da numerose organizzazioni, tra cui Greenpeace, il problema della sicurezza alimentare nell’Unione europea è radicato in decenni di zootecnia intensiva che hanno provocato squilibri nel settore agroalimentare di cui oggi più che mai rischiamo di pagare i danni.
Al contrario, viene riportato come una riduzione dell’8% nell’uso di cereali per l’alimentazione animale nell’UE consentirebbe di risparmiare abbastanza frumento per compensare il deficit previsto a causa dell’invasione della Russia in Ucraina e dunque rispondere all’instabilità alimentare che caratterizza l’UE. Meno carne e latticini, insieme ad incentivi per le produzioni ecologiche, renderebbero inoltre l’agricoltura europea più resistente agli shock.
Come Animal Equality abbiamo denunciato gli effetti drammatici della produzione di carne sugli animali in Italia e nel mondo insieme al devastante impatto inquinante che essa comporta sull’ambiente e sulla salute delle persone. La grave minaccia che deriverebbe dal ritardare e limitare gli obiettivi del Green Deal a favore degli allevamenti intensivi è pertanto inaccettabile.
“Chiediamo al Ministro Patuanelli e al Governo Draghi di non compiere passi indietro a supporto di un sistema di produzione alimentare predatorio che non rispetta il benessere animale, l’ambiente e le persone tradendo le aspettative dei cittadini italiani ed europei. La strategia europea infatti parla chiaro: limitare il numero di animali allevati e il consumo di carne è una strada concreta e necessaria per orientare un sistema produttivo ad oggi ancora insostenibile e ridurre l’inquinamento” dichiara la Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia Alice Trombetta.