Anche la depressione era scritta nel DNA dell’uomo di Neanderthal

Depressione, coagulazione veloce del sangue, dipendenza dalla nicotina, allergie cutanee, cattivo metabolismo dei grassi, i malanni con cui una parte della popolazione si trova a dover combattere oggi, sono stati ereditati dall’uomo di Neanderthal.

I ricercatori dell’Università di Vanderbilt (Nashville, USA) hanno analizzato il DNA di questo nostro antenato in relazione a un campione di adulti di discendenza europea e hanno trovato che esso influenza le caratteristiche cliniche dell’essere umano attuale.

I ricercatori nel loro studio pubblicato su ‘Science’ hanno definito circa 135.000 variazioni genetiche presenti nell’uomo di Neanderthal analizzando i possibili legami con la salute di 28.000 persone di discendenza europea.

Hanno trovato dodici parametri clinici che si ricollegano all’eredità di questo antenato e comprendono il rischio di soffrire di depressione, di avere un infarto del miocardio, di sviluppare disturbi della coagulazione del sangue.

Queste variazioni del DNA influenzano anche la biologia della pelle, negli esseri umani moderni, principalmente sul rischio di sviluppare lesioni cutanee indotte dal sole, chiamate cheratosi, così come rendono significativamente più a rischio di essere dipendenti dalla nicotina o di sviluppare la depressione.

La variante che aumenta la coagulazione del sangue potrebbe avere aiutato i nostri antenati a a rimarginare le ferite più velocemente e a prevenire le infezioni, ma negli ambienti moderni questa variante è diventato dannosa, dicono i ricercatori, poiché l’ipercoagulabilità aumenta il rischio di ictus, di embolia polmonare e di complicanze nella gravidanza.

Anche la cheratosi potrebbe aver aiutato l’uomo di Neanderthal a proteggere la pelle dai danni ambientali causati da agenti patogeni e radiazioni ultraviolette, hanno detto gli studiosi.

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