Per ridurre la povertà basterebbe meno del due per cento del PIL globale

Più di 2,2 miliardi di persone sono “povere o quasi-povere”, con la crisi finanziaria, le calamità naturali, l’impennata dei prezzi alimentari e i conflitti violenti, secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite.

Mentre la povertà è in declino in tutto il mondo, cresce la disuguaglianza e la”vulnerabilità strutturale”, dice il rapporto del programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), pubblicato a Tokyo.

Le persistenti vulnerabilità minacciano lo sviluppo umano, dice il rapporto.

Quasi 1,5 miliardi di persone in 91 paesi in via di sviluppo vivono in povertà, mentre altri 800 milioni sono sulla soglia della povertà.

I paesi più vulnerabili sono quelli più soggetti ai disastri naturali, ai cambiamenti climatici e ai rovesci finanziari.

Lo studio invita a ridurre le vulnerabilità e a rendere disponibili a tutti i servizi sociali di base, mettendo la piena occupazione in cima all’agenda dello sviluppo.

Fornire le prestazioni previdenziali di base ai poveri del mondo costerebbe meno del due per cento del PIL globale.


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