Cina: Pil talvolta oltre le attese, ma restano fragilità

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Il primo trimestre del 2024 si chiude con una crescita del +5,3% per il Pil cinese: un risultato al di sopra delle attese del mercato, addirittura superiore rispetto al già ambizioso obiettivo che si era posto il governo di Pechino (che prevedeva una crescita “intorno al +5%”) e che conferma la resilienza della seconda economia mondiale. Tuttavia, nonostante l’inizio d’anno brillante, l’Istituto Nazionale di Statistica ha sottolineato che le fondamenta della crescita economica del Dragone “non sono ancora solide”, come confermerebbero anche le ultime letture dei dati in chiaroscuro.

La crescita, trainata dalle esportazioni e dagli investimenti per la transizione energetica, resta allineata agli obiettivi ufficiali del governo, rendendo così improbabile un ulteriore aumento dello stimolo fiscale. Inoltre, se, da un lato, la produzione industriale ha messo a segno una crescita del +6,1% nel corso del primo trimestre, nello stesso periodo i prezzi alla produzione industriale sono calati del -2,7%, indicando la presenza di pressioni deflazionistiche sul settore manifatturiero. Infine, le vendite al dettaglio hanno registrato un aumento del +4,7% tra gennaio e marzo, nonostante in marzo si sia assistito a un notevole rallentamento (+3,1%) rispetto ai picchi di febbraio (+5,5%). La frenata delle vendite al dettaglio, unita al significativo calo (-9,5%) degli investimenti immobiliari, riporta l’attenzione alle sfide che l’economia cinese deve ancora affrontare, tra cui spicca la profonda crisi dell’edilizia, tra crollo dei prezzi delle nuove abitazioni e azioni legali contro i colossi cinesi del mattone.

Di fronte a queste complessità sul piano economico, i policymaker si trovano nella difficile posizione di dover trovare il giusto equilibrio tra misure di sostegno alla crescita e risoluzione delle fragilità sistemiche, in un contesto nazionale e globale in continua evoluzione.


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