Si svolge martedì 5 dicembre, dalle ore 9.00 alle 18.30, presso la Sala dello Stabat Mater di Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna (Piazza Galvani 1, Bologna), la giornata “Risanamento e bonifica del territorio italiano nel centenario della legge forestale Serpieri”, organizzata dall’Accademia Nazionale di Agricoltura e il Comando Regione Carabinieri Forestali Emilia-Romagna, che vede i massimi esperti del settore a livello nazionale, rappresentanti i principali enti italiani, riunirsi per discutere le linee attuative per una nuova modalità di gestione del territorio italiano.
L’obiettivo della giornata è analizzare, partendo dal centenario del Regio Decreto 30 dicembre n. 3267 del 1923 “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani’, noto come “Legge Serpieri”, la situazione nazionale, oggi messa a dura prova dai numerosi eventi naturali che hanno colpito l’Italia. Le profonde trasformazioni del contesto socio-economico, che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi sessant’anni, hanno generato rilevanti riconfigurazioni dei sistemi territoriali di riferimento soprattutto in ordine al progressivo spopolamento e abbandono delle aree montane e la marginalizzazione dei contesti territoriali di riferimento. Infatti, come la “Legge Serpieri” offrì una prima sistemazione organica delle diverse disposizioni in materia forestale, con l’obiettivo di coniugare l’attenzione all’economia montana e la necessità di difendere suolo e territorio, attraverso l’ausilio delle competenze e delle professionalità dell’organizzazione forestale dello Stato, anche oggi i recenti eventi accaduti in Emilia-Romagna e Toscana risuonano come un campanello d’allarme, che necessita di essere ascoltato per prevenire il più possibile le criticità ambientali da affrontare nel prossimo futuro. Il pensiero di Arrigo Serpieri risulta, quindi, quanto mai attuale al fine di varare nuovi provvedimenti normativi in favore della montagna, bonifica dei territori e aiuto alle popolazioni che li abitano per rafforzare sia lo sviluppo sostenibile che la prevenzione strutturale delle zone a rischio ambientale.