In libreria “L’alchimia imperfetta. Guida pratica all’autostima estetica”

Ogni anno, in Italia, circa un milione di persone si sottopongono a procedure estetiche: circa un terzo affronta una pratica chirurgica, mentre i restanti due terzi optano per trattamenti meno invasivi. Il dato è dell’AICPE, Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, che invita i nostri connazionali a fare scelte consapevoli, informandosi sul curriculum del medico scelto e dubitando di chi propone prezzi stracciati o non approfondisce a sufficienza la storia clinica del paziente e i dettagli del trattamento. I medici, da parte loro, si impegnano per un approccio etico alla medicina estetica. Una dimensione, quella etica, che correlano soprattutto alla sicurezza (71%) e al benessere del paziente (63%), al rispetto delle armonie delle forme (61%) e all’unicità e autenticità del paziente (59%). Anche sapendo dire dei “no” (18%) e comunicando con onestà i limiti dei trattamenti (16%). È quanto emerge da un’indagine condotta da Doxa Pharma per conto della casa farmaceutica Ibsa.

La dimensione psicologica merita un ruolo da protagonista all’interno di una visione etica e consapevole della chirurgia estetica. “Qualsiasi intervento di miglioramento estetico che decidiamo di fare sul nostro corpo non può̀ prescindere da dinamiche psicologiche che coinvolgono i nostri bisogni, le nostre emozioni, le sensazioni, le nostre aspettative e proiezioni”, spiega Susanna Grassi, psicologa specializzata in psicologia estetica. “La psicologia estetica può essere di grande aiuto nel decidere senza pregiudizi se e come affrontare determinati cambiamenti come strumento di fioritura personale, di cura di sé e del proprio aspetto, in una dimensione della bellezza ‘sana’ e volta esclusivamente al nostro benessere interiore”.

Un approccio che Susanna Grassi descrive nel suo primo libro, L’alchimia imperfetta. Guida pratica all’autostima estetica, edito da Flaccovio e disponibile a partire dal 6 ottobre in libreria e online. Il volume comincia con una retrospettiva sulla storia della bellezza, che include alcuni riferimenti di stretta attualità come la “Zoom face” e la dismorfofobia da Snapchat. Dopodiché propone la sua visione di bellezza abitata, in virtù della quale prendersi cura del proprio corpo non significa appiattirsi su modelli irraggiungibili; al contrario, aumenta l’autostima, migliora lo stato d’animo, permette di entrare in contatto con il proprio mondo emozionale e sensoriale e di rigenerare le proprie energie. Grassi scende poi nella pratica presentando il percorso di rinascita che chiunque può affrontare per tornare a sentirsi sé stessa, con il supporto di un team di professionisti qualificati.

Il metodo originale elaborato da Susanna Grassi si chiama “Senti, Nutri, Ama” e coniuga i suoi studi in psicologia neo-funzionale e le esperienze di anni nel campo della medicina estetica. Si articola su tre fasi:

Recuperare una capacità sensoriale consapevole, riattivando l’abitudine a percepirsi, stupirsi ed emozionarsi (Senti).
Potenziare le proprie risorse individuali e la capacità espressiva, assecondando il proprio bisogno di rivelarsi (Nutri).
Imparare a parlare il linguaggio delle relazioni, a guardare alla bellezza come gesto d’amore e come mezzo per condividere e vivere bene in relazione con gli altri (Ama).

“Attraverso queste pagine desidero arrivare al cuore delle donne, specie quelle che non si piacciono, che non si accettano più, per le quali può rivelarsi importante indagare sulle proprie motivazioni inespresse e imparare ad ascoltarsi, in una sorta di corso accelerato di autostima estetica”, conclude Susanna Grassi.


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