Ambivalenza: 2 persone su 3 prova sentimenti contrastanti

Si chiama ambivalenza. È quella condizione destabilizzante in cui ci accorgiamo di provare emozioni antitetiche e ci sentiamo come tirati da due forze contrapposte.

Felicità e tristezza, paura e desiderio, attrazione e repulsione: provare emozioni in contrasto tra loro fa parte della vita e dell’esperienza emotiva di qualsiasi essere umano. A chiunque può, infatti, essere capitato di sentirsi felice col partner, ma, al contempo, di rimpiangere la propria vecchia vita da single, oppure di essere impaziente ed eccitato per l’inizio di un nuovo lavoro, ma di nutrire anche delle preoccupazioni o, ancora, di essere al settimo cielo per la nascita di un figlio, ma, allo stesso tempo, di non sentirsi pronto ad affrontare la genitorialità.

L’ambivalenza è un fenomeno molto comune e più diffuso di quel che si potrebbe pensare. Il 68% degli italiani, ovvero 2 persone su 3, dichiara, infatti, di provare sentimenti contrastanti in relazione a situazioni di vita quotidiana. Questo è ciò che è emerso dall’indagine condotta dal servizio di psicologia online e Società Benefit Unobravo, in sinergia con l’istituto di ricerca YouGov.

Lo studio è stato realizzato con l’obiettivo di offrire uno spaccato sulle dicotomie e i pensieri contraddittori più frequenti tra gli italiani e si inscrive nella campagna #PensatiGiusto, lanciata da Unobravo in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale con l’obiettivo di scardinare l’idea che esistano “pensieri sbagliati” e accompagnare le persone in un percorso verso l’accettazione emotiva.

Tra i 1.500 italiani coinvolti nell’indagine figurano genitori, coppie, single, lavoratori e studenti. A ogni cluster sono state sottoposte domande relative a dicotomie specifiche che potessero risuonare con ciascuna categoria di persone.

“Pensieri sbagliati”: quali sono quelli che più affliggono gli italiani?

Quali sono i pensieri ambivalenti e le dicotomie più diffusi tra le varie fasce della popolazione analizzate da Unobravo e YouGov? Scopriamolo!

Genitori: 1 su 4 dà il massimo, ma teme di essere un pessimo genitore. Più colpiti madri e genitori del Sud.

Oltre 1 italiano su 4 (28%) ritiene di dare il massimo per i propri figli, ma pensa comunque di essere un pessimo genitore. Questa sensazione colpisce soprattutto le donne: il 33% delle madri, 1 su 3, non si sente, infatti, all’altezza di rivestire il ruolo di genitore, contro il 23% dei padri.

Il senso di inadeguatezza risulta, inoltre, essere più diffuso nel Sud Italia, dove è un sentimento condiviso dal 33% dei genitori, contro il 27% delle madri e dei padri del Nord e il 24% di quelli del Centro.

Coppie: 1 donna su 4 sta bene col partner, ma sogna di andarsene e sparire per sempre. Lo stesso pensiero lo ha 1 uomo su 5.

Tra le coppie italiane, il 23% ha dichiarato di essere felice col proprio partner, ma, al contempo, di provare a volte il forte desiderio di andarsene e sparire per sempre. Tale pensiero è più sentito dalla popolazione femminile: accomuna, infatti, il 27% delle intervistate, oltre 1 su 4, contro il 19% degli uomini.

Sempre sul 19%, ovvero 1 su 5, si attesta, invece, la percentuale di coloro che affermano di star bene col partner, ma di sapere, in realtà, di essersi accontentati per non rimanere soli.

Single: 1 su 2 sta bene da single, ma teme di rimanere solo per sempre.

La metà dei single italiani (47%) afferma di sentirsi bene da solo, ma di provare spesso rabbia nel dover affrontare sempre tutto in autonomia, senza poter contare sul supporto di un’altra persona.

Anche lo stare bene da single, ma avere il timore di rimanere da soli per sempre, è una sensazione molto diffusa e accomuna quasi 1 italiano su 2 (44%), seguita, a pari merito, dalla paura di legarsi a qualcuno (39%) e dalla sensazione di essere sbagliati o diversi (39%). Ad essere particolarmente afflitte dal pensiero di essere single in quanto sbagliate sono soprattutto le donne: il 46% contro il 33% degli uomini.

Lavoratori: 1 giovane lavoratore su 5 è dedito al lavoro, ma solo perché sente di non avere altro nella vita.

Il pensiero contraddittorio più diffuso tra i lavoratori è quello di voler mollare tutto e iniziare qualcosa di proprio, ma di non sentirsi all’altezza. Tale dicotomia pare accomunare 1 italiano su 4 ed è particolarmente condivisa dai giovani tra i 18 e i 34 anni (32%) che, in generale, sentono maggiormente il peso dei conflitti legati al mondo del lavoro.

Tra i giovani, più di 1 su 5 ritiene di dare il massimo nella propria professione, ma solo perché sente di non avere altro nella vita (22% vs 16% del totale). Sempre 1 su 5 è ambizioso e concentrato sulla carriera, ma si sente in colpa perché ciò va a discapito della famiglia (21% vs 10% del totale). Tale sentimento è risultato essere più diffuso nella popolazione maschile: colpisce, infatti, il 13% degli uomini contro l’8% delle donne.

Studenti: oltre 2 su 5 studiano per rendere orgogliosi i genitori, ma non dormono di notte per l’ansia.

Il 41% degli studenti italiani dichiara di impegnarsi con gli studi per rendere orgogliosi i propri genitori, ma di non riuscire a dormire di notte per l’ansia. Un dato molto allarmante, che accomuna 2 ragazzi su 5.

Il 29%, invece, è uno studente modello, ma, in cuor suo, si sente un fallito. Infine, il 24% degli intervistati dice di rendersi disponibile a supportare i compagni, ma di provare poi invidia quando questi prendono voti migliori.

Esistono davvero delle emozioni sbagliate?

“Ogni esperienza umana, che sia legata al lavoro, agli studi, alla vita di coppia, alla sfera sociale o familiare, può suscitare in noi emozioni diverse, a volte anche in contrasto tra loro. La nostra interiorità è complessa: per questo può capitarci di sperimentare momenti in cui ci sentiamo felici e allo stesso tempo timorosi di fronte a qualcosa di nuovo, sorpresi ma anche arrabbiati, determinati ma al contempo preoccupati di non farcela. Quando ci troviamo a provare pensieri contrastanti, istintivamente potremmo sentire l’impulso di voler stabilire quale tra i due sia quello giusto e quale quello sbagliato. Tuttavia, è importante capire che entrambe le emozioni che proviamo, sebbene in contraddizione, possono essere reali e legittime. L’esperienza emotiva umana si compone di una varietà di sfaccettature che sono il riflesso dei diversi aspetti che caratterizzano la.nostra identità. Ogni pensiero o sentimento che sperimentiamo ha una ragione d’essere in relazione a chi siamo, al nostro vissuto e alla nostra storia personale. Quando si parla di emozioni, non esiste qualcosa di sbagliato in termini assoluti, poiché ciò presupporrebbe una definizione universale di quello che è o non è accettabile dal punto di vista emotivo. Le emozioni non andrebbero mai affrontate con atteggiamento giudicante o erigendo barriere e ostacoli che, impedendo il dialogo, la comprensione reciproca e l’accoglienza emotiva, possono limitare profondamente la nostra capacità di connetterci con gli altri”, ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo.


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