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Intelligenza artificiale: per 8 americani su 10 è terreno di caccia per malintenzionati

“Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri”: le parole dello psichiatra Carl Gustav Jung risultano più che azzeccate per descrivere un momento in cui la paura, a livello globale, ha un nome ben preciso. Si tratta dell’intelligenza artificiale che, secondo un serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, la più grande community italiana dedicata proprio alla scoperta della tecnologia sopra descritta, risulta un terreno di caccia per malintenzionati per circa 8 americani su 10 (78%). A confermarlo è un recente report approfondito dal Boston Globe: nel dettaglio, la generazione più impaurita dalla cosiddetta “AI Age”, in piena esplosione, è quella dei Boomer (83%), seguita da Gen X (81%), Millennials (74%) e Gen Z (70%). Ma non è tutto perché il 69% degli stessi cittadini born in the USA è convinto che ci siano grosse lacune in termini di conoscenze sull’intelligenza artificiale. Questa situazione va poi inevitabilmente ad influenzare il mondo del lavoro e delle imprese. Le prime indicazioni in merito arrivano da un sondaggio condotto da Deloitte: a livello globale il 22% delle aziende sta approfondendo le proprie AI knowledge senza, però, metterle in pratica e, allo stesso tempo, l’80% delle realtà coinvolte non sono attrezzate per educare la propria forza lavoro ed insegnare loro come utilizzare la tecnologia nel migliore dei modi. E in Europa? La situazione si conferma drastica: stando a quanto indicato da Eurostat, infatti, solo l’8% delle organizzazioni del Vecchio Continente utilizza tecnologie basate sull’IA. Tra queste, ben 7 multinazionali su 10 non sono in grado di applicare correttamente l’intelligenza artificiale in modo tale da accrescere il business e perfezionare l’operatività.

All’interno dell’approfondimento di Eurostat è presente anche una classifica dei paesi in cui è presente il maggior numero di imprese AI addicted e l’Italia risulta persino fuori dalla top 15. Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche il Polimi che, per l’occasione, ha realizzato un’indagine accurata che non lascia spazio a dubbi: ben il 94% delle imprese italiane non utilizza l’IA. Ora una domanda sorge spontanea: è possibile invertire questo trend e mettere al corrente imprenditori e manager che l’IA è un’opportunità e non il classico incubo notturno? La risposta è sì e proviene da una realtà 100% made in Italy: si tratta di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, ovvero la più grande community italiana interamente dedicata alla scoperta dell’IA e delle sue incredibili applicazioni. “Immaginiamo un mondo in cui le aziende collaborano con l’intelligenza artificiale per prendere decisioni strategiche utili alla crescita del business – affermano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week – È importante, però, concentrarsi sul valore offerto ai clienti, non dovendo rincorrere gli obiettivi di fatturato. L’IA non è un nemico, bensì un’innovazione avveniristica di cui siamo chiamati a fare tesoro al fine di rivoluzionare il presente e il futuro di tutte le principali industrie produttrici: di questo e molto se ne parlerà in occasione dell’AI Week, ovvero l’evento made in Italy dedicato proprio agli imprenditori che vogliono scoprire il mondo AI centered”.

Dai fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice emergono anche una serie di indicazioni e consigli utili per avvicinare i professionisti e le aziende al mondo dell’intelligenza artificiale, spronandoli ad informarsi sulle potenzialità e, in un secondo momento, ad utilizzare la stessa tecnologia per abbracciare il futuro al meglio delle loro possibilità. In primo luogo, è importante precisare che esiste un’intelligenza artificiale adatta ad ogni tipologia di azienda. Inoltre, partendo da un’analisi accurata dei vuoti o delle mancanze presenti all’interno dei propri servicing, è possibile capire nel dettaglio dove applicare la tecnologia per crescere. Guardare l’erba del vicino è utile? Assolutamente sì perché i competitor “più avanzati” sono fonte d’ispirazione. E ancora, nonostante le percentuali non siano esaltanti, esiste un’intelligenza artificiale made in Italy al 100% a cui è possibile fare affidamento. Altrettanto utili risultano i dati aziendali o i cosiddetti bilanci interni, dai quali è possibile partire verso nuovi lidi sempre più avveniristici. Infine, l’IA è una tecnologia innovativa che spinge a scoprire confini inesplorati e, allo stesso tempo, uno strumento utile a coinvolgere ogni singola impresa e ogni tipologia di collaboratore a 360° attraverso attività mirate ed efficaci come, ad esempio, la partecipazione a eventi e webinar ad hoc.

Ecco, quindi, il decalogo stilato dagli esperti con i consigli più sorprendenti per applicare l’IA in ottica aziendale in modo del tutto innovativo e futuristico:

C’è un’intelligenza artificiale adatta ad ogni impresa: oggi l’IA non è più una tecnologia a servizio solo delle grandi aziende e multinazionali perché esistono soluzioni avveniristiche anche per le PMI italiane.

Si parte sempre da un problema: analizzando attentamente le mancanze operative, o finanziarie, di un’organizzazione è possibile adattare l’IA al settore di competenza e migliorarne così risultati e performance.

Se l’erba del vicino è più verde, dare un’occhiata non guasta mai: prendere spunto dai competitor del proprio settore che risultano “più avanzati” può essere una strategia utile al fine di abbracciare le innovazioni del futuro.

Esiste un’intelligenza artificiale 100% made in Italy: nonostante incertezze e ritardi, esistono versioni di intelligenza artificiale a km 0 realizzate e applicate da oltre 400 imprese italiane da cui è possibile prendere spunto.

Dati, dati e ancora dati: analizzare internamente i tratti distintivi del proprio workplace è fondamentale per capire se e come sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Pronti, partenza, via: una volta definita la base fondante del proprio business e dei servicing, serve solo un pizzico di coraggio per aprire le porte dell’ufficio all’IA, vale a dire il nuovo collaboratore tuttofare.

L’azienda intera deve sapere dell’IA: l’intelligenza artificiale può essere applicata ad ogni settore e ambito operativo e, proprio per questo, tutti i collaboratori presenti devo essere educati per utilizzarla al meglio.

L’IA a supporto di ingegneri e non solo: la tecnologia del momento non è solo un insieme di dati e codici, bensì terreno fertile anche per coloro che hanno potenzialità “umanistiche”, soprattutto, in ottica ricerca informazioni ed elaborazione contenuti.

Se non esiste una strada percorribile, bisogna crearla: l’intelligenza artificiale è un’opportunità unica nel suo genere che offre la possibilità di rivoluzionare la propria azienda a 360°.

In assenza di conoscenze, è fondamentale informarsi: nel caso in cui l’IA fosse un terreno inesplorato, è possibile partecipare a eventi e webinar utili ad accrescere le proprie competenze e promuoverne l’utilizzo.

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