Il genere fa la differenza, anche quando si parla di salute orale. L’odontoiatria, infatti “non è esente da patologie che incidono e decorrono in modo differente tra il sesso maschile e quello femminile e, spesso, sono correlate a malattie che riguardano l’intero organismo”. Lo spiega Sabrina Santaniello, vice presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Roma.
“Il cavo orale può essere una spia di malattie sistemiche e come il resto dell’organismo è influenzato da diversi fattori- continua Santaniello- Nella sindrome metabolica, ad esempio, l’obesità viscerale che riguarda anche le ghiandole salivari vede una maggior incidenza nel genere femminile durante la menopausa a causa di modificazioni ormonali. La malattia parodontale stessa, che spesso è correlata al diabete, vede una diversità di decorso clinico e una maggior incidenza nel genere femminile in alcuni periodi legati al ciclo biologico ormonale femminile, come la gravidanza e la menopausa. Anche i tumori del cavo orale- evidenzia l’esperta- risentono di queste diversità biologiche e di stili di vita diversi tra i generi. Negli ultimi anni, infatti, gli stili di vita femminili si sono drasticamente modificati di pari passo al nuovo ruolo che la donna, a partire dagli anni Sessanta, ha progressivamente acquisito in ambito familiare e sociale. Abitudini come il fumo o il consumo di alcol, che prima erano più diffuse tra gli uomini, oggi sono comparabili tra i generi e dunque anche i tumori del cavo orale, prima più diffusi tra gli uomini, adesso sono sostanzialmente equiparati. Proprio fumo e alcol, infatti, sono i fattori di rischio che compaiono tra le principali cause del carcinoma orale”.
In tema di medicina di genere e odontoiatria di genere “si sono fatti molti passi in avanti, dagli anni Novanta a oggi- sottolinea Santaniello- grazie anche al lavoro svolto dalle società scientifiche dedicate a questo tema, ai gruppi di lavoro della Fnomceo e di quelli ordinistici operanti sul territorio per la promozione della formazione di medici chirurghi e medici odontoiatri attraverso corsi, congressi e pubblicazioni scientifiche”.
E’ ormai chiaro, infatti, che quando si parla di medicina di genere “non si sta parlando di una ‘medicina fatta dalla donne per le donne’ o ad appannaggio del solo genere femminile- precisa la vice presidente- ma di una medicina basata sull’osservazione che i due generi sono diversi in quanto gli uomini e le donne hanno diversità biologiche. Sono differenze che si traducono, soprattutto per alcune patologie, in una fisiopatologia, un aspetto clinico, un decorso, una risposta farmacologica, un’epidemiologia e una risposta alla terapia farmacologica diversa. Per fare un esempio di attualità- continua l’esperta- la stessa pandemia causata dal SARS-CoV-2 ha mostrato chiaramente come siano differenti le risposte del sistema immunitario maschile e femminile nei confronti del virus. Del resto- dice Santaniello- che il sistema immunitario sia profondamente diverso tra uomini e donne lo dimostrano recenti studi sulle malattie autoimmuni, dove le donne risultano maggiormente affette da queste patologie. Gli ormoni sessuali hanno chiaramente un ruolo critico nell’autoimmunità. Un ruolo importante è certamente anche legato ai cromosomi sessuali e al ciclo biologico femminile. Molti fattori, quindi, possono essere responsabili delle differenze che esistono nelle risposte immunitarie tra uomini e donne: genetica, epigenetica, ormoni e drastici cambiamenti degli stessi ma anche lo stile di vita che, ancora oggi, è diverso nei due generi anche per un gap socio- economico e culturale non ancora colmato”.
“In una moderna concezione di salute la sua promozione e la prevenzione devono essere incentrate su azioni congiunte di vari settori della società- conclude Santaniello- principalmente sui fattori di rischio comportamentali modificabili e sui determinanti di salute sociali, economici e ambientali, senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce in un’ ottica di ‘medicina di precisione’ che tenga conto della variabilità di genere e individuale”.