Gli enigmi di Dante e la Commedia decrittata

Chi sono il Veltro, il Messo, Matelda? Perché i Golosi sono bagnati dalla pioggia? Perché gli alchimisti sono coperti di lebbra? Che nesso lega ermetismo e filosofia? Come si relazionano, fede e astrologia nel Medioevo dantesco? Il filo che collega le parole enigmatiche o ermetiche della Commedia traccia anche un percorso sorprendente e del tutto nuovo attraverso la cultura dantesca. A rintracciarlo e offrirlo al lettore è la nuova fatica editoriale di Edi Minguzzi, già docente di linguistica all’Università Statale di Milano, autrice di diverse opere sugli aspetti testuali, metatestuali e ideologici dell’epoca tardoantica e medievale, e non solo, che all’esegesi dantesca ha dedicato diversi studi monografici anche tradotti. Si tratta del “Dizionarietto dantesco. Le parole ermetiche della Divina Commedia”, edito da Scholé – Morcelliana (pagg. 320, euro 21), scritto con un intento dichiarato. Quello di fornire “ le chiavi interpretative di figure misteriose, parole e passi opachi o ambigui della Commedia”. Come? “Ricostruendo l’ambiente in cui l’opera maturò, i sistemi di pensiero che definivano i settori delle singole scienze in base a collegamenti e corrispondenze oggi del tutto impensabili” e “mettendo in luce un ambito di conoscenze e una concezione della realtà così intrinseca alla cultura di Dante che ignorarla significa precludere la comprensione del poema e dell’intera opera del poeta”. Insomma materia magmatica, fluttuante, rischiosa, esigente uno sguardo ampio, occhi capaci di leggere oltre il “velame de li versi strani”: facendo tesoro anche di meriti di tante osservazioni del passato, evitandone errori e fraintendimenti, tra rimandi biblici e commenti di autori contemporanei, opere alchemiche e trattati medievali , classici della letteratura latina e greca. Uno sguardo certo concentrato sulla complessa rete del pensiero dantesco – quasi un labirinto – al contempo sorvegliato specie davanti a percorsi visti dalla critica dantesca come derive quasi esoteriche…E qui il lavoro che Edi Minguzzi presenta con il suo dizionarietto di facile consultazione poggia su una premessa: il significato della Commedia non è uno solo, è polisemos, multiplo, parola dello stesso Dante. Da qui “istruzioni per l’uso” che ci aiutano a capire oltre il senso della lettera anche molte questioni che affliggono i dantisti. Consultando il “Dizionarietto” possiamo vedere voci che Minguzzi come pochi sa rileggere all’interno della cosmologia neoplatonica, del magistero alchemico, persino sulla base di una tassonomia astrologica, offrendo un metodo e una chiave per decodificare le terzine dantesche. Segni, simboli e linguaggi delle tre cantiche, decifrati grazie ai metodi di ricerca della linguistica strutturale e comparativa, aprono la via a una interpretazione nuova grazie alla quale il capolavoro di Dante esprime una coerenza ancor più ammirevole. Una lettura sistemica dunque, che tiene sempre conto dell’interconnessione tra i diversi livelli del “sacrato poema”. Non è tutto. Ecco, qua e là “digressioni interdisciplinari su temi storici, antropologici e linguistici legati al mondo dantesco”: non sottovalutatele: sono strumenti utili per muoversi a proprio agio dentro di esso sulle orme di quel viaggio ultraterreno del 1301 tra il 25 e il 31 marzo, quella settimana che ha segnato l’immaginario e la cultura dell’Europa .

Edi Minguzzi, Il Dizionarietto dantesco. Le parole ermetiche della Divina Commedia, pagg. 320, euro 21, Scholé


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