Più rischi di cotrarre il Covid con gli inibitori della pompa protonica

L’uso di inibitori della pompa protonica (PPI), è associato ad un aumentato rischio di infezione da Covid-19, secondo un nuovo studio condotto da alcuni scienziati statunitensi.

Questi farmaci, prescritti in tutto il mondo contro il bruciore di stomaco, il reflusso gastroesofageo e le ulcere, inibiscono l’azione di un enzima e impediscono allo stomaco di secernere molto acido cloridrico.

Allo stesso tempo, tuttavia, questi farmaci come hanno dimostrato ricerche precedenti, aumentano il rischio di infezioni intestinali da parte di alcuni microrganismi.

Il nuovo studio osservazionale fatto su 53.130 persone, di cui 3.386 (6,4%) positive al nuovo coronavirus, ha mostrato che coloro che assumevano una o due volte al giorno gli inibitori della pompa protonica avevano significativamente più probabilità di contrarre il Covid-19.

Chi assumeva questi farmaci una volta al giorno aveva più del doppio delle probabilità di essere infettato dal coronavirus, mentre coloro che li assumevano due volte al giorno avevano quasi quattro volte più probabilità di prendere il Covid, rispetto a chi non li assumeva affatto.

I ricercatori, guidati dal Dr. Brennan Spiegel del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, che hanno fatto una pre-pubblicazione di questo loro studio sull’American Journal of Gastroenterology, hanno sottolineato che l’acido nel nostro stomaco uccide i microrganismi che entrano nel tratto digestivo.
“I coronavirus vengono facilmente distrutti a un pH gastrico inferiore a 3, ma sopravvivono a un pH più neutro, come quello prodotto dai farmaci PPI”, ha spiegato l’esperto, precisando che altri farmaci correlati, come gli antagonisti del recettore dell’istamina-2 (H2RA) non hanno lo stesso effetto.

I gastroenterologi americani hanno sottolineato che il loro studio è solo osservazionale e che sono necessari dei veri e propri studi clinici per dimostrare un rapporto di causa effetto tra l’assunzione di farmaci PPI e l’aumentato rischio di contrarre il Covid-19.


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