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Tokyo e l’Architettura moderna e contemporanea

Tokyo è sinonimo di tradizione ma è anche innovazione e futuro, per questo, la metropoli nipponica è anche caratterizzata da un considerevole skyline di edifici e grattacieli moderni e contemporanei, a volte caratterizzati da forme particolari o bizzarre. E mentre il governo di Tokyo, in vista del 2020, ha intenzione di proseguire con lo sviluppo di numerosi nuovi grattacieli, si dice decine, presentiamo il nucleo di edifici di richiamo culturale e turistico della capitale giapponese.

Il suggerimento per i visitatori è di inserire nei loro piani di visita alcune, se non tutte, le architetture di maggiore interesse, realizzate da Architetti di fama mondiale.

Tra gli edifici più nuovi in città, il nuovissimo e particolare Sumida Hokusai Museum, aperto da pochissimi mesi proprio nel quartiere di Sumida, dove nacque nel 1760 il più famoso artista ukiyo-e giapponese al mondo, Katsushika Hokusai, famoso in Occidente per il suo contributo alla nascita e diffusione del Giapponismo in Europa.

Oltre all’importanza culturale del museo come collettore di numerose opere originali che illustrano il percorso artistico dell’artista, il museo è esso stesso un edificio di rilevanza architettonica contemporanea. Il progetto è a cura di Kazuyo Sejima, una delle architetto donna più famose del mondo e vincitrice del premio Pritzker nel 2010 che ha insegnato in numerose università nel mondo tra cui il Politecnico di Milano, il Politecnico di Losanna e Università delle Arti applicate a Vienna.

La struttura dell’edificio rispecchia strutture angolari tanto care all’artista Hokusai e anche al suo interesse per angoli obliqui e ai contrasti, come vicino-lontano e naturale-artificiale. L’edificio è pensato inoltre per fondersi al meglio con l’ambiente circostante, grazie ad una struttura con multipli accessi su più lati e una superficie esterna riflettente che lo mimetizza ulteriormente con l’ambiente circostante.

Un altro edificio di Tokyo degno di nota si trova a Ginza, il quartiere delle boutique e del lusso per definizione, che accoglie la maggior concentrazione di edifici architettonici sperimentali della capitale giapponese, spesso commissionati da famosi brand internazionali.

Tra questi il Mikimoto Ginza 2, l’edificio del brand giapponese Mikimoto, specializzato in perle per le quali il Giappone è noto nel mondo. Il brand fu fondato da Kokichi Mikimoto, il primo uomo a perfezionare la tecnica di coltivazione delle perle, che nel 1899 aprì il primo negozio proprio a Ginza, Tokyo, fino a crescere e diventare fornitore delle case reali mondiali, da quella imperiale giapponese fino alla Casa Reale Britannica.

L’edificio, ideato dallo studio Toyo Ito, uno degli architetti più influenti al mondo, vincitore anch’egli del premio Pritzker nel 2013 e architetto di importanti progetti anche in Europa, è composto da 9 piani e 56 metri di altezza e, sorprendentemente, non presenta colonne al suo interno, ed è sostenuto dalle sue stesse mura. Mura che presentano una delicata colorazione, con aperture apparentemente casuali e che, di notte, si illuminano di colori diversi.

Poco distante dal quartiere di Ginza si trova il quartiere di Aoyama, considerato un centro in grado di unire cultura e moda, anch’esso caratterizzato da numerose boutique e palazzi icona, come ad esempio i meravigliosi Prada, Dior e Tod’s Building. Durante una passeggiata di shopping, sarà impossibile non notare come sul paesaggio urbano del quartiere si staglia il complesso di negozi e uffici AO Building, con i suoi 16 piani e 90 metri di altezza.

L’edificio è stato progettato dallo studio di architettura Nihon Sekkei, uno studio con più di quattrocento ingegneri e architetti, ed ospita numerosi brand di alto livello. La configurazione dell’edificio è unica nel suo genere, con una torre dalla base e cima più ampie rispetto ai piani intermedi, a creare un profilo distintivo, quasi come se l’edificio avesse subito una torsione.

Se vi trovate invece a visitare il quartiere di Minato, dove si trova la celeberrima Tokyo Tower, vale la pena proseguire verso la zona di Roppongi per visitare anche il National Art Center, uno degli spazi mostre più grande del suo genere in Giappone, che insieme al Mori Art Museum e il Suntory Museum forma il cosiddetto “triangolo dell’arte”.

Il museo nasce come spazio espositivo innovativo, non dotato di una collezione permanete e votato ad eventi e mostre speciali. Negli anni ha accolto anche mostre itineranti di grandi artisti internazionali come Renoir, Salvador Dalì e Alfons Mucha e molti altri.

L’edificio del museo è opera di Kisho Kurokawa, uno dei maggiori architetti della scena giapponese, il primo a divenire Membro Onorario del Royal Institute of British Architects e anche Medaglia d’Oro dell’Accademia per l’Architettura francese. L’architettura dell’edificio è votata alla funzionalità: uno spazio espositivo di oltre 14 mila metri quadrati con una facciata una sinuosa facciata trasparente ad onde con struttura in acciaio, che gli ha permesso di ricevere premi tra cui il Chicago Athenaeum International Architecture Award nel 2006.

Durante un viaggio a Tokyo, da non dimenticare anche una visita al Museo Nazionale di Arte Occidentale, il cui edificio principale fu completato nel 1959 ad opera del maestro del razionalismo Le Corbusier e nel 2016 è stato iscritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Il museo è il punto di riferimento per l’arte occidentale a Tokyo. Si trova all’interno del parco di Ueno, e vale la pena di visitarlo perché custodisce opere di arte occidentale che vanno dal Tardo Medioevo sino ai grandi maestri dei primi del Ventesimo Secolo, tra cui le ninfee di Monet e importanti sculture di Rodin.

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