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Putin deve essere preso sul serio, quello che ha annunciato, poi lo ha fatto

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TBILISI, GEORGIA – FEBRUARY 25: People gather for a rally in support of Ukraine in front of parliament, protesting the war in Ukraine and demanding the Georgian Prime Minister, Irakli Gharibashvili, to step down, after he said he would not introduce sanctions against Russia in response to its invasion of Ukraine on February 25, 2022 in Tbilisi, Georgia. Russia began a large-scale attack on Ukraine yesterday with Russian troops invading the country from the north, east and south, accompanied by air strikes and shelling. The Ukrainian president said that at least 137 Ukrainian soldiers were killed by the end of the first day. (Photo by Daro Sulakauri/Getty Images)

«Putin deve essere preso sul serio, non alla leggera, perché tutto quello che ha annunciato negli anni, poi lo ha fatto». Il politologo bulgaro Ivan Krastev, tra i più autorevoli nel Vecchio Continente, ha analizzato la situazione di conflitto in Europa nel corso del dibattito “La guerra della Russia in Ucraina e il futuro delle relazioni transatlantiche”, promosso dal Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University e dalla Temple University Rome Campus, e tenutosi nella sede della JCU.

Erano presenti, oltre a Ivan Krastev, Emilia Zankina, dean e docente di scienze politiche della Temple University Rome Campus, il professor Federigo Argentieri, direttore del Guarini Institute for Public Affairs della JCU, Costanza Hermanin dell’Istituto Universitario Europeo, che ha moderato i lavori.

«La scelta di disintegrare l’Urss fu presa a Mosca, da Eltsin, per contrastare Gorbaciov. Per l’Europa la fine del comunismo e dell’Unione Sovietica rappresentavano la stessa cosa, ma per la Russia e per i russi no: a loro andava bene solo la fine del comunismo. Nell’Urss, la Russia esercitava il suo potere, ma lo faceva in maniera invisibile. Putin ha distrutto il senso identitario che esisteva: gli ucraini di lingua russa, ad esempio, non facevano distinzioni tra il loro essere russi o ucraini», ha spiegato Ivan Krastev.

«Ora, la guerra – ha proseguito – non è un tentativo di rimettere in piedi l’Unione Sovietica. Se si vuole sapere cosa farà Putin, si deve leggere il suo saggio di 7mila parole, perché fino a oggi tutto quello che ha detto, poi lo ha fatto».

«Non è il messaggio migliore da dare all’Ucraina, quello di dover accettare il suo vicino aggressore», ha aggiunto Emilia Zankina, commentando le dichiarazioni di Henry Kissinger.

In merito ai rapporti transatlantici, Krastev ha aggiunto: «Sarebbe stato diverso se questa guerra fosse capitata sotto la presidenza Usa di Trump, perché l’Unione europea non avrebbe avuto fiducia in lui. Ora, però, si avvicinano le elezioni di midterm, che potrebbero rivelarsi problematiche per Biden, anche a causa dei risvolti dovuti al conflitto in Ucraina».


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