Pronto soccorso: ‘collo di bottiglia’ dove confluiscono tutte le criticità dell’assistenza

In un contesto critico per la sanità pubblica, uno dei principali punti di sofferenza è sicuramente il pronto soccorso. Diversi i momenti che Exposanità, in corso a BolognaFiere (dal 17 al 19 aprile), dedica proprio ai Ps. Diventati troppo spesso, constata Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “il ‘collo di bottiglia’ dove confluiscono tutte le criticità dell’assistenza territoriale. Da un lato l’eccesso di afflusso di pazienti con patologie non gravi (codici bianchi e verdi) che potrebbero essere tranquillamente gestiti nell’ambito delle cure primarie e per i quali la Regione Emilia-Romagna sta sperimentando con successo i Centri di Assistenza e Urgenza (CAU). Dall’altro le difficoltà di deflusso verso i reparti di degenza, aspetto di cui si parla molto meno, ma che determina conseguenza più gravi: infatti, la lunga permanenza in pronto soccorso dei pazienti peggiora il loro stato di salute e aumenta la mortalità“. Il problema, aggiunge, “consegue all’impossibilità di trasferire questi pazienti nei reparti più idonei a trattare la loro patologia. Reparti che, a loro volta, non riescono a liberare posti letto per l’impossibilità di dimettere pazienti potenzialmente ‘dimettibili’ dall’ospedale, ma che non trovano sul territorio un’adeguata rete di servizi (ospedali di comunità, assistenza domiciliare, strutture residenziali) in grado di assisterli per bisogni spesso più di tipo assistenziale che medico”.

Al workshop “Riorganizzare la rete dell’emergenza urgenza: proposte per l’evoluzione dei servizi” sono state delineate le possibili risoluzioni all’attuale crisi attraverso le proposte delle professioni coinvolte e presentando le esperienze regionali elaborate per superarle. Le difficoltà nell’erogazione dei servizi di emergenza e urgenza, dalla prima risposta sul territorio alla gestione ospedaliera, infatti, sono emblematiche di criticità comuni a tutti gli ambiti del Servizio Sanitario Nazionale. Criticità che si riconducono a una gestione dell’organizzazione dei servizi e del raccordo col sistema complessivo non ottimale, alla difficoltà a reperire, motivare e trattenere personale e a ricostruire un patto tra curati e curanti. Quello della perdita di appeal delle professioni sanitarie è un aspetto su cui è intervenuto anche l’assessore al Welfare del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, nel corso del convegno inaugurale di Exposanità. Rizzo Nervo ha insistito proprio sulla necessità di recuperare “l’incredibile calo di attrattività” che scontano oggi queste professioni.

Dal convegno “Tecnologie e progettazione a supporto dei servizi di pronto soccorso” è emerso che se il pronto soccorso è a tutti gli effetti l’emblema dell’universalità, dell’uguaglianza e dell’equità del SSN, la sua funzione deve essere garantita anche attraverso ciò che le innovazioni e le nuove conoscenze possono offrire. Il convegno ha offerto una panoramica su quali soluzioni tecnologiche, sia dal punto di vista diagnostico che digitale, possono andare in aiuto ai professionisti oltre a garantire migliori risultati per i pazienti e una maggior sostenibilità del sistema. Allo stesso modo, spazi e flussi organizzativi possono rendere i servizi più efficaci e con una maggior attenzione per i bisogni dei cittadini.

E il PS è anche al centro del convegno promosso da CNETO – Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera, “Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0. Ripensare il Pronto Soccorso”. La progettazione di strutture sanitarie richiede un approccio sensibile volto a minimizzare la percezione di alienazione e offrire uno spazio terapeutico accogliente e confortevole per gli utenti. L’attenzione a temi come sicurezza, sostenibilità ambientale, comfort e benessere, richiede una riorganizzazione del processo progettuale a tutti i livelli.


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