G7 2024: Rilanciare l’Occidente sulla scena internazionale

di Gabriele Felice

l’Italia quest’anno con il Premier Giorgia Meloni ospita e organizza per un anno il G7. Un anno in cui i temi della sicurezza e delle catene del valore saranno in primo piano.

Come trovare un nuovo equilibrio, chiaramente diverso da quello del passato, è la sfida del tempo presente.
L’equilibrio geopolitico internazionale è andato in frantumi, non tornerà più e c’è il rischio di avere all’ordine del giorno solo la sicurezza nazionale e l’approvvigionamento delle materie prime essenziali.

Conseguenza: maggiore protezione, meno scambi, ruolo dello Stato nell’economia sempre più pervasivo.

Questo non va bene perché la storia ci insegna che libero scambio commerciale, pace, sviluppo e democrazia, sono strettamente interconnessi.

Prova ne sia che, se dovessimo andare incontro a uno scenario in cui il mondo si divide in blocchi, con conseguente ulteriore innalzamento dei tassi, avremo un impatto sull’economia del 7-8%.

D’altronde non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e non vedere il nuovo corso bellicista che Russia e Cina hanno intrapreso, per questo trovare una nuova “balance” è particolarmente difficile e complicato.

Siamo anche in uno scenario in cui sono saltate anche le capacità di agire dei meccanismi e degli organi multilaterali come il WTO che non è più in grado di fare nulla.

Non ci sono più accordi multilaterali, non si riescono a mettere in piedi regole comuni, non abbiamo più neanche la cosiddetta “Appellate Body” (Organo di Appello) che se c’è un paese aderente al WTO e non ne rispetta le leggi, può essere sanzionato.

È necessario lavorare sul WTO, lavorare meglio tra i Paesi che ne fanno parte, avere al limite anche più accordi bilaterali, ma certamente non basta.

E ritorno al G7 composto da Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, cui si aggiunge l’Unione Europea, uniti da una serie di principi e valori comuni: libertà e democrazia, rule of law, rispetto dei diritti umani.

Un blocco (allargabile) di oltre 1 miliardo di persone, al cui appello mancano Paesi quali l’Australia, la Nuova Zelanda, probabilmente l’India, che può e deve diventare un mercato unico.

Un’impresa titanica certo ma che riporterebbe l’Occidente ai suoi fasti, capace ancora una volta di essere fortemente attrattivo e soprattutto scoraggerebbe quanti oggi vorrebbero manu militari sconvolgere l’ordine internazionale.

Quali sono i vantaggi di un mercato unico del G7?

Aumento del PIL del G7 del 5-10%.

Milioni di nuovi posti di lavoro.

Potrebbe rafforzare la competitività del G7 a livello globale.

Potrebbe contribuire a risolvere problemi globali come il cambiamento climatico e la povertà.

Maggiore efficienza economica

Rafforzamento dei legami tra i paesi del G7

Nuova capacità di leadership e di attrazione dell’Occidente

Quali sono le sfide da affrontare per creare un mercato uniàòco del G7?

Differenze di regolamentazione e standard

Barriere linguistiche e culturali

Protezione degli interessi nazionali

Opposizione da parte di alcuni gruppi di interesse

Come si potrebbe realizzare un mercato unico del G7?

Graduale armonizzazione delle regole e degli standard

Accordi bilaterali e multilaterali

Investimenti in infrastrutture e istruzione

Promozione della cooperazione e del dialogo

Quali paesi potrebbero essere interessati ad aderire ad un mercato unico del G7?

Australia

Nuova Zelanda

India

Corea del Sud

Turchia

L’allargamento del G7 ad altri paesi potrebbe:

-Aumentare il peso economico del G7 nel mondo

-Rafforzare la democrazia e i diritti umani

-Promuovere la stabilità e la sicurezza internazionale

Questo l’obiettivo (assieme all’accelerazione di un piano di difesa e di armamento) a nostro avviso su cui convogliare tutti gli sforzi ma ci deve essere unità di intenti e soprattutto dobbiamo essere veloci.

Se i paesi del G7 saranno disposti a collaborare e a superare le sfide, un mercato unico potrebbe essere un grande successo.


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