Assolta a netta maggioranza la Rivoluzione Francese: libertè, egalitè e fraternitè sono salve. Lo ha stabilito un affollatissimo (oltre 700 persone) tribunale di San Mauro Pascoli nel tradizionale Processo alla Torre del 10 agosto che ha visto alla sbarra uno degli eventi più dirompenti della storia mondiale: la Rivoluzione Francese. Al presidente del Tribunale, Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo, non è restato che prendere atto del voto dei partecipanti muniti di paletta e certificare il verdetto popolare: 470 voti per l’assoluzione, 229 per la condanna. La serata è stata aperta dal saluto del Presidente di Sammauroindustria, Daniele Gasperini, associazione che da 23 anni organizza l’evento.
Il primo a porre l’arringa è stato l’accusatore Carlo Galli, politologo dell’ateneo bolognese. Consapevole del compito “difficilissimo che mi attende”, è sulle contraddizioni degli avvenimenti che ha concentrato il suo attacco. “La Rivoluzione ha proclamato la libertà che è divenuta ghigliottina, ha declamato l’uguaglianza producendo nelle diverse fasi una differenziazione tra élite e popolo, per non parlare della fraternità che ha prodotto la guerra permanente dal 1792 al 1815. Il problema quindi non sta nei principi ma nelle dinamiche che ha preso. La rivoluzione non la fanno i rivoluzionari ma si fa da sola, nel senso che sono le circostanze che la fanno vincere sui principi. Non è altro che un fiume che torna su sé stesso”.
Nel finale l’affondo: “Una politica fatta di grandi principi ma priva di concretezza quando trova davanti qualcosa di concreto rinnega sé stessa e sfocia nella violenza. È l’astrattezza il suo grande problema. La Rivoluzione ha la colpa non solo di essere stata tutto ciò ma di averlo farlo credere al popolo”.
A ribattere all’accusa, Antonino De Francesco, storico all’Università degli studi di Milano. “La Rivoluzione francese è stata una svolta epocale perché ha rovesciato i capisaldi dell’antico regime: al dispotismo ha contrapposto la libertà; l’uguaglianza non era contro le disuguaglianze bensì contro i privilegi, proponendo l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e sull’intero territorio. Diversa è la questione della fraternità proclamata in un secondo momento nella Seconda Repubblica. La Rivoluzione quindi è la costruzione di una modernità basata sul rispetto dei diritti e l’elezione del popolo sovrano nelle cariche amministrative e nell’assemblea”.
Riguardo al confronto con altre rivoluzioni. “Si dice che quella Americana e quella Inglese siano le rivoluzioni compiute a dispetto di quella francese che non lo è stata. In realtà non è così dal momento che quelle anglosassoni sono frutto di guerre civili e quindi non hanno certo un pedigree di purezza”.
Il finale è sull’attualità. “Guardando all’identità europea di oggi, se togliamo libertà e uguaglianza che sono i principi proclamati dalla Rivoluzione francese, cosa ci rimane? Ecco, questa è l’eredità più grande di quel grande evento iniziato nel 1789”.
A seguire il voto popolare con la netta assoluzione della Rivoluzione Francese per 470 voti contro 229 per l’accusa.