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Sono 110 milioni le persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni

povertà, deserto
povertà, deserto

The site of Satara, with a total population of 2,441, is composed of 3 villages (Satara, Lima and Koum. It is located in the municipality of Simiri, in the department of Ouallam of Tillabery. Ouallam is one of only 20 departments in IPC 3 (out of the country’s 76 departments).
The Tillabery region is located in the transboundary Liptako Gourma or “three borders” region. Bordering Mali, Burkina Faso, and Benin, Tillabery suffers from both local conflicts and the spill over from the armed conflict in Mali and Burkina Faso. In 2021, the region saw a significant increase in the frequency and scale of violent incidents against civilians by Non-State Armed Groups (NSAGs), especially in northern Tillabery. Close to 1,500 civilians were killed by NSAGs in Niger in 2021 (a 121% increase compared to 2020), the majority of which were in Tillabery.
Despite representing only 16% of the country’s population, the region accounts for over 32% of the people in IPC 3 and 4. The region also has some of Niger’s highest levels of chronic food insecurity, due to highly degraded lands, rapid demographic growth, and high exposure to climate shocks such as droughts and floods.
The main livelihoods in Sitara are rainfed agriculture, livestock and small-scale trading, which were extremely hard-hit by the 2021 drought.
In Tillabery, WFP works in close collaboration with the government and partners since 2014 to implement an integrated, multi-year and community-based resilience package. Activities were scaled up since 2019, thanks to France, ROC, Germany and USA’s support. Currently WFP is supporting 37 resilience sites in Tillabery targeting 86,033 people.

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato il prossimo 20 giugno, l’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, lancia il rapporto Global Trends, che presenta le principali tendenze statistiche e gli ultimi dati sulle migrazioni forzate nel mondo e presenta la campagna HOPE AWAY FROM HOME – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi.

La guerra in corso in Ucraina, insieme ai conflitti in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti provocati dal clima, hanno costretto un numero record di persone a fuggire dalle proprie case nel 2022, acuendo l’urgenza per un’azione immediata e collettiva per alleviare le cause e l’impatto dello sfollamento, ha dichiarato oggi l’UNHCR, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati.

Il principale rapporto annuale dell’UNHCR, Global Trends in Forced Displacement 2022, ha riscontrato che a fine 2022 il numero di persone costrette alla fuga a causa di guerre, persecuzioni, violenza e violazioni dei diritti umani è salito al livello record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente.

Nell’anno in corso, il trend in crescita del numero di persone costrette alla fuga a livello globale non mostra segni di rallentamento anche a causa dello scoppio del conflitto in Sudan che ha causato nuovi esodi, spingendo il numero totale delle persone in fuga a un valore stimato di 110 milioni fino al maggio scorso.

“Questi numeri ci dimostrano che ci sono persone fin troppo pronte a ricorrere alla guerra, e decisamente troppo lente a trovare soluzioni. La conseguenza è la devastazione, lo sfollamento e l’angoscia per milioni di persone sradicate con la forza dalle loro case” ha detto l’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi.

La guerra in Ucraina è stata il motore principale degli esodi forzati nel 2022. Il numero di rifugiati dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022, costituendo così il più rapido esodo di rifugiati al mondo dalla Seconda guerra mondiale. Il numero di rifugiati dall’Afghanistan è cresciuto nettamente alla fine del 2022 a causa della revisione delle stime dei cittadini afghani ospitati in Iran, molti dei quali erano arrivati negli anni precedenti.

Del totale globale, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre il gruppo più numeroso (il 58%, vale a dire 62,5 milioni di persone) è quello degli sfollati all’interno dei loro paesi a causa del conflitto e della violenza.

I numeri confermano altresì che, sia in base a misure economiche che in rapporto alla popolazione, sono sempre i paesi a medio e basso reddito ad ospitare la maggior parte delle persone in fuga. I 46 paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure ospitano più del 20% di tutti i rifugiati. Si segnala inoltre che nel 2022, i fondi disponibili per far fronte alle molte crisi di rifugiati in corso e per sostenere le comunità che li ospitano, è stato molto inferiore alle necessità e rimane a tutt’oggi insufficiente nel 2023, nonostante i bisogni umanitari crescenti.

In Italia le persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni sono 354,414, di queste il 41% proviene dall’Ucraina. L’UNHCR è impegnato in Italia per favorire e facilitare l’inclusione sociale, culturale ed economica delle persone rifugiate con una serie di azioni che coinvolgono le amministrazioni, il settore privato, il terzo settore, le comunità locali ed i rifugiati stessi.

“I rifugiati desiderano opportunità, non assistenza” – ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo, coinvolgendo le città, le aziende, il terzo settore, e tanti altri attori competenti, per garantire ai rifugiati il diritto di fare domanda per un lavoro, di iscriversi a scuola e di accedere a servizi come l’alloggio e l’assistenza sanitaria. I risultati raggiunti in questi pochi anni sono davvero sorprendenti”.

L’Agenzia per i rifugiati ha elaborato la Carta per l’Integrazione, adottata dai Comuni di Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino, strumento per favorire l’arricchimento e lo sviluppo armonico delle città attraverso l’integrazione. In queste città l’UNHCR sta facilitando l’apertura di Spazi Comuni, centri polifunzionali che erogano servizi destinati ai richiedenti asilo e ai rifugiati rendendo più facile il loro ingresso nei percorsi di inclusione. L’accesso dei rifugiati al mercato del lavoro viene favorito con il progetto Welcome – Working for refugee integration, che in cinque edizioni ha permesso di attivare 22,000 percorsi di inserimento lavorativo. Il programma Community Matching promuove l’incontro tra rifugiati e comunità locali in 10 città italiane e ha già all’attivo 358 match, coinvolgendo persone di 41 nazionalità. PartecipAzione, è un programma di empowerment e capacity-building che in quattro anni ha sostenuto lo sviluppo di 48 associazioni di rifugiati in 12 regioni italiane.

“In tutto il mondo le persone continuano a dimostrare una straordinaria ospitalità nei confronti dei rifugiati, estendendo la protezione e aiutando chi ne ha bisogno” ha aggiunto Grandi, “ma è necessario maggior sostegno internazionale e una condivisione più equa della responsabilità, specialmente con quei paesi che ospitano la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati del mondo.”

“Soprattutto bisogna fare molto di più per porre termine ai conflitti e rimuovere gli ostacoli in modo che i rifugiati abbiano l’opportunità concreta di ritornare volontariamente a casa, in sicurezza e dignità.”

Mentre il numero totale delle persone costrette alla fuga ha continuato a crescere, il rapporto Global Trends mostra anche che alcuni di loro hanno potuto far ritorno nei propri paesi volontariamente e in sicurezza. Nel 2022 più di 339.000 rifugiati sono tornati in 38 paesi, e nonostante il numero sia stato inferiore all’anno precedente ci sono stati significativi ritorni volontari in Sud Sudan, Siria, Camerun e Costa d’Avorio. Nel frattempo, 5,7 milioni di sfollati interni sono tornati nel 2022, in particolare all’interno dell’Etiopia, nel Myanmar, in Siria, in Mozambico e nella Repubblica Democratica del Congo.

Alla fine del 2022 si è stimato che 4,4 milioni di persone in tutto il mondo fossero apolidi o di nazionalità indeterminata, il 2% in più rispetto alla fine del 2021.

Il rapporto Global Trends è stato lanciato sei mesi prima del secondo Global Refugee Forum, un importante convegno che si terrà a Ginevra e che riunirà una varietà di attori per trovare nuove soluzioni e mettere al centro la solidarietà con le persone costrette alla fuga e con le comunità che le ospitano.

La Campagna HOPE AWAY FROM HOME

Per celebrare il coraggio e la forza d’animo dei rifugiati nella Giornata Mondiale del Rifugiato, l’UNHCR lancia la campagna globale HOPE AWAY FROM HOME – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi.

La campagna vuole evidenziare l’importanza di soluzioni a lungo termine per i rifugiati ed il potere dell’inclusione.

Dopo aver raggiunto la sicurezza in un Paese straniero, troppi rifugiati sono lasciati in un limbo. Hanno bisogno di pace e meno guerre per poter tornare a casa in sicurezza, di maggiori possibilità di reinsediarsi in un nuovo Paese o di opportunità per ricostruirsi una vita nelle comunità in cui hanno trovato rifugio. Indipendentemente dalla durata dell’esilio, i rifugiati vogliono continuare a vivere la propria vita, ricevendo un’istruzione, provvedendo alle loro famiglie, stringendo amicizie. L’inclusione dei rifugiati è il modo più efficace per sostenerli nella ripresa delle loro vite e anche il modo migliore per prepararli a tornare a casa e ricostruire i loro Paesi, quando le condizioni lo permetteranno, in modo sicuro e volontario.

Si parlerà di soluzioni e del potere dell’inclusione il 20 giugno alle ore 10 durante una tavola rotonda dal titolo HOPE AWAY FROM HOME presso l’Auditorium Antonianum, in viale Manzoni 1 a Roma, dove insieme ai rifugiati, ai rappresentanti delle istituzioni civili e religiose, del settore privato, e ai nostri partner, celebreremo questa giornata parlando di proposte per un mondo in cui i rifugiati siano sempre inclusi.

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