Il Governo ha risposto ieri pomeriggio all’interrogazione parlamentare sottoscritta da 15 senatori per chiedere ai Ministri competenti di intervenire a tutela dei polli allevati a scopo alimentare. Il Governo sostiene che la selezione genetica dei polli a rapido accrescimento è in linea con il benessere animale e la sostenibilità, ma la Commissione europea si è espressa diversamente.
Citando la denuncia di Animal Equality rivolta alla Commissione europea, il 5 aprile la Sen. Gisella Naturale (M5S) ha presentato un’interrogazione in Commissione Agricoltura sottoscritta da altri 14 senatori per chiedere al Governo di evitare dolore e sofferenze inutili ai polli broiler a rapido accrescimento allevati per la loro carne, come stabilito dalla legge europea.
L’interrogazione parlamentare sottolinea che l’allevamento dei polli a rapido accrescimento, condannati per selezione genetica a crescere in modo eccessivo sviluppando gravi patologie, è “palesemente in contrasto con quanto disposto dall’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che riconosce gli animali quali esseri senzienti e con la direttiva 98/58/CE del Consiglio del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti, che prescrive, in particolare, che agli animali non vengano provocati dolori, sofferenze o lesioni inutili”.
Tuttavia, nella sua risposta il Governo non ha riconosciuto in alcun modo le problematiche che la Commissione europea al contrario ha riscontrato nell’allevamento di questi animali. Il sottosegretario per l’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, ha affermato:
“Il miglioramento genetico in ambito allevatoriale e, nello specifico, delle specie allevate per la produzione alimentare, è in atto da decenni, con l’obiettivo di incrementare nel settore le produzioni e la loro qualità, per ovviare alle crisi alimentari, nutrizionali ed economiche di epoche, contesti e popoli. Con il tempo i progressi della ricerca scientifica hanno consentito, inoltre, di affinare le tecniche di allevamento per tutelare il benessere animale e la sostenibilità delle produzioni”.
Il Governo assicura quindi che “l’allevamento nell’Unione europea e in Italia si attua nel rispetto di una rigorosa normativa verticale sulla protezione del pollo da carne, che non ha eguali nel panorama internazionale”.
Ma come dimostrano le inchieste di Animal Equality, i polli broiler a rapido accrescimento sono frutto di una selezione genetica estrema, in quanto crescono troppo in fretta sviluppando eccessivamente petto e cosce, le parti più vendibili sul mercato. Il loro organismo non è però in grado di sorreggere il peso innaturale raggiunto, con conseguenti problemi ai muscoli, agli arti e cardio-respiratori. Questa condizione determina anche serie difficoltà nel raggiungere acqua e cibo in autonomia.
“Al contrario di quanto sostenuto dal sottosegretario La Pietra, la selezione genetica compiuta sui polli a rapido accrescimento non permette in alcun modo di tutelare questi animali né di rendere la produzione della loro carne sostenibile”, dice Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa.
Come riconosciuto anche dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), la selezione genetica effettuata sui polli broiler a rapido accrescimento allevati ha infatti ripercussioni disastrose sulla qualità di vita dei polli.
La selezione genetica, come detto dal sottosegretario, ha tuttavia incrementato a dismisura la produzione dell’industria avicola condannando però miliardi di individui senzienti a una vita di sofferenze inaccettabili e a pessime condizioni di salute. Al contempo, anche i terreni agricoli nazionali sono attualmente soggetti a un’occupazione smodata da parte degli allevamenti intensivi di polli, nella gran parte dei casi osteggiati dalle comunità di cittadini locali a causa dell’impatto ambientale e delle conseguenze negative che essi provocano sulla salute delle persone.
A fronte del lavoro di inchiesta svolto, a giugno 2022 Animal Equality ha depositato presso la Commissione europea una denuncia contro i 27 Stati membri per le violazioni della normativa UE relativa all’allevamento di polli broiler a rapido accrescimento. Contestualmente alla denuncia, Animal Equality ha depositato anche una petizione al Parlamento europeo per chiedere di porre fine allo sfruttamento di questi animali geneticamente selezionati per aumentare la produzione a discapito della loro salute.
Dopo aver accolto la petizione di Animal Equality depositata presso il Parlamento europeo, a febbraio 2023 la Commissione UE ha riconosciuto che l’allevamento dei polli broiler a rapido accrescimento è problematico. La stessa Commissione ha comunicato che sta valutando le possibilità di intervento per affrontare le conseguenze negative che l’allevamento di questi animali comporta nell’ambito della revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati, prevista entro il 2023.
In Italia, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, i polli macellati sono più di 550 milioni ogni anno, il 98% sono polli a rapido accrescimento. Alla luce dei risultati emersi dal suo lavoro di inchiesta, Animal Equality ha inoltre lanciato una petizione rivolta al Ministro per le Politiche Agricole e al Ministro per la Salute per chiedere di supportare a livello europeo l’abbandono totale dei polli broiler a rapido accrescimento in Italia.