Festa della donna: l’importanza di un linguaggio inclusivo

Il linguaggio ha grande importanza nel plasmare la società e nel definire l’identità di genere e può contribuire ad abbattere gli stereotipi, non rivestendo un’importanza solo semantica, ma anche e soprattutto storica, sociale e culturale.

Il linguaggio condiziona il modo di pensare ed è infatti un mezzo fondamentale per trasmettere messaggi, idee, valori. Proprio per questo però veicola e rinforza anche pregiudizi e vecchi retaggi in grado di influenzare i nostri comportamenti e le relazioni sociali. Il linguaggio, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella creazione e nella diffusione degli stereotipi di genere, ma può anche essere un potente strumento per promuovere l’uguaglianza di genere e la diversità. Utilizzare un linguaggio inclusivo e rispettoso della diversità di genere può quindi contribuire a creare un ambiente più inclusivo e rispettoso delle differenze individuali.

I termini e le espressioni che utilizziamo nella comunicazione quotidiana possono influire sulla percezione di noi stessi e degli altri, così come sulla percezione della società in generale. Ad esempio, l’utilizzo di espressioni come “lavoro da uomo” o “lavoro da donna” può condizionare l’idea che si ha dei ruoli di genere e delle capacità delle persone in base al loro sesso.

L’espressione “sessismo linguistico” nasce negli Stati Uniti tra gli anni ‘60 e ‘70, quando è stata riconosciuta una forte discriminazione nel modo di raffigurare anche linguisticamente la donna rispetto all’uomo. Nel 1987 la discussione viene affrontata anche in Italia grazie a uno scritto rivoluzionario, “Il sessismo nella lingua italiana” di Alma Sabatini, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che punta a stabilire una parità fra i sessi grazie al riconoscimento delle differenze di genere (inteso come gender all’anglosassone).

L’8 marzo di ogni anno è in programma un evento per accrescere la sensibilità di tutti verso il fondamentale tema dell’uguaglianza di genere. Si celebra, infatti, la Festa della Donna, che, oltre a ricordare un fatto storico, è stata istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della lotta per i diritti delle donne. È un’occasione per riflettere sull’importanza della parità tra i sessi e per fare il punto sulla situazione delle donne in tutto il mondo, anche dal punto di vista lavorativo e sociale. È un momento di celebrazione ma anche di impegno per il futuro, per continuare a lavorare insieme verso una società più inclusiva e rispettosa della diversità di genere.

“La Festa della Donna è un’importante occasione per riflettere sulle disuguaglianze ancora presenti nella società e per promuovere l’uguaglianza di genere. Questa festa ci ricorda che nonostante i progressi fatti negli ultimi decenni, le donne continuano a lottare per ottenere gli stessi diritti e opportunità degli uomini in tutti gli ambiti della vita”, afferma Sabrina Zapperi, Responsabile Marketing e Comunicazione di TÜV Italia e Ambasciatrice italiana del Gruppo Women@TÜVSÜD.

Utilizzare un linguaggio inclusivo – parlando, ad esempio, di diritti della persona al posto di diritti dell’uomo – contribuisce quindi a creare un modo più equo di rappresentare la realtà, arrivando così a influenzarla positivamente. Le parole che scegliamo di usare condizionano nel bene e nel male la nostra capacità di creare relazioni. Il linguaggio inclusivo si basa su empatia e scambio e ha un impatto molto positivo sulla sfera emotiva delle persone, anche in ambito lavorativo.

Ma com’è un linguaggio inclusivo in concreto? Sicuramente rispettoso ma anche preciso e accurato. Non è una questione secondaria poiché contribuisce in modo significativo a creare una cultura e un ambiente più sereno e aperto, in cui le persone possono sentirsi più a proprio agio.

“Le parole permettono di includere ed escludere e sensibilizzare verso un linguaggio in grado di favorire la condivisione rappresenta quindi un’opportunità di crescita per tutti, non solo per le aziende”, aggiunge Sabrina Zapperi. “Quindi, facciamo caso alle parole che usiamo sia in ufficio che altrove: ad esempio non definiamo un uomo con una laurea dottore e una donna con lo stesso titolo signora oppure non chiamiamo una donna per nome e un uomo per cognome. Perché i fatti contano. Ma contano anche le parole, tutte, anche le nostre!”

Ecco, dunque, che il linguaggio rappresenta un asset fondamentale nella norma UNI/PdR 125:2022, riferimento per ottenere la certificazione volontaria, erogabile da TÜV Italia, che certifica e dimostra la propria attenzione alle tematiche della parità di genere.


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