“Nel 2022 le attività portate avanti dall’Omceo Roma sono state davvero tante, anche se per gran parte dell’anno siamo stati molto impegnati nella legge sull’obbligo vaccinale. Spesso gli uffici sono stati bloccati non soltanto dalla normale amministrazione ma soprattutto da quella straordinaria, dove abbiamo avuto numerosi ricorsi e denunce messe in moto da chi ha ritenuto manifestare proprio contro l’obbligo vaccinale”. Lo racconta all’agenzia Dire il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che traccia un bilancio dell’anno che sta per chiudersi.
Magi denuncia “una grande crisi della professione che abbiamo cercato in tutti i modi di evidenziare alle istituzioni, sia al governo uscente, sia al nuovo esecutivo. Posso dire che la situazione è veramente drammatica, perchè in questo momento la professione medica sta vivendo una condizione di disagio. Un disagio che parte dalla base, nasce spontaneamente, non è incanalato dai sindacati”.
“E proprio perchè nasce spontaneamente- prosegue- è ancora più importante dare maggior significato alla situazione di disagio che la categoria sta vivendo in questo momento e che, purtroppo, si manifesta attraverso dimissioni, prepensionamenti e con il fatto di andare a lavorare all’estero o lasciare il Servizio sanitario nazionale”.
“Recentemente- continua- insieme alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri abbiamo anche realizzato un video dal titolo ‘Invisibili’, che spiega il fatto che da eroi, talvolta anche supereroi, siamo passati a invisibili, siamo stati completamente dimenticati”.
“Purtroppo- rende noto il presidente dell’Omceo Roma- l’apertura al mercato ha creato quello che ci aspettavamo, ovvero che negli anni abbiamo assistito a un deprezzamento della professione: medici pagati con retribuzioni davvero molto inferiori rispetto alla media europea. Un fatto che porta la condizione professionale sotto gli occhi di tutti: pronto soccorso che non funzionano, ospedali con pochi medici nei reparti e ambulatori territoriali specialistici vuoti”.
Non solo. Magi afferma infatti che “I medici di medicina generale i trovano davvero in grande difficoltà e nel Paese vi sono aree carenti nelle quali mancano queste figure. Insomma, siamo di fronte a una situazione che, in qualche modo, dobbiamo mettere in evidenza e alla quale cercare di porre un freno”.
“Purtroppo- afferma inoltre- le tariffe le ha fatte il mercato: se i colleghi si dimettono dal Servizio sanitario nazionale per fare i gettonisti, vuol dire che la tariffa di mercato è quella che viene pagata proprio ai gettonisti e non a quelli che sono in servizio poichè strutturati. Questa è indubbiamente una delle sfide che il nuovo governo è chiamato ad affrontare e a risolvere, perchè si tratta di una situazione davvero molto grave per i cittadini”.
Antonio Magi spiega che “anche io, proprio in qualità di cittadino, mi rendo conto che se dovessi avere bisogno di un pronto soccorso, di ricoverarmi in ospedale o di fare una visita specialistica, avrei qualche difficoltà a farla nei tempi e nei modi giusti come era una volta”.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma ricorda inoltre di avere lavorato davvero molto sul fronte della formazione professionale. “L’Ordine dei medici di Roma è diventato provider nazionale anche per la Fad. Abbiamo messo in cantiere numerose delle attività formative che in questo momento si stanno facendo, che sono fondamentali per gli Ecm e che comunque monitoriamo, nel senso che dovremo trovare soluzioni perchè oggi come oggi bisogna sicuramente riformare la formazione continua in Medicina perchè, così come è, sicuramente non dà quelle garanzie al cittadino e al medico di poter lavorare”.
“Non ultimo- denuncia Magi- il fatto che se non si ha il 70% degli Ecm fatti, le compagnie assicuratrici non coprono la parte degli infortuni e la parte della responsabilità civile. Un fatto che danneggia il professionista ma, soprattutto, il cittadino, che si trova un professionista non assicurato e può avere difficoltà per ottenere il risarcimento”.
“Tra le altre cose seguite in questo periodo- continua- c’è la possibilità di riformare tutti gli studi in medicina, analizzare insieme alle Federazioni e agli altri Ordini professionali quella che potrebbe essere una attività domani possibile e una futura di collaborazione tra le varie professioni sanitarie, ognuna con le proprie competenze, lavorando tutti insieme e in sintonia come si è sempre fatto”.
“Speriamo- si augura Magi- che il prossimo futuro ci consenta di lavorare sempre di più e che vengano abbandonate quelle situazioni di scontro che si sono presentate tra alcuni colleghi che non hanno voluto ottemperare alle norme di legge in tema di vaccinazione. Non è però sicuramente ascrivibile a noi la decisione di sospendere questi colleghi, ma l’Ordine, organo sussidiario dello Stato, ha l’obbligo di far rispettare le leggi”.
“I colleghi che hanno preferito non vaccinarsi- tiene a sottolineare- hanno perso l’occasione di confrontarsi con noi in maniera tranquilla e priva di conflitti. Ci dispiace molto di quanto accaduto ma, ripeto, hanno perso l’occasione per un confronto in maniera scientifica e civile, proprio come dovrebbe accadere in un Paese civile come il nostro. È un aspetto che ci ha lasciati un po’ perplessi ma noi continuiamo la nostra attività, sperando che si apra finalmente una nuova stagione all’insegna di una maggiore serenità”.
Il 2023 è ormai alle porte. Cosa si aspetta il presidente Magi dal governo targato Meloni? “L’esecutivo deve prendere atto di questa importante situazione di disagio, e purtroppo, anche se in questo momento non ci sono le risorse, dovrà cercare di trovarle a livello politico e studiare le priorità. È una scelta politica quella di investire risorse economiche in un settore rispetto a un altro”.
“Sicuramente- precisa Magi- in un momento di grande difficoltà, tra la guerra in Ucraina e il post pandemia, in un momento in cui molte persone fanno fatica ad arrivare a fine mese, bisogna garantire loro e alla maggioranza dei cittadini un Servizio sanitario efficiente, con una popolazione che invecchia e che ha molte cronicità: un segnale dal governo è davvero importante. Ci auguriamo che l’esecutivo Meloni trovi almeno le risorse per allinearci agli altri Paesi europei per quanto riguarda le remunerazioni, oltre alla capacità di reazione da parte di una sanità pubblica gratuita e che rimanga il principio dell’articolo 32 della nostra Costituzione, che al primo comma recita ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’”.
“Questo è quello che chiediamo al governo- conclude- con scelte che speriamo siano legate alle priorità. E secondo noi, in questo momento, la salute di tutti i cittadini, quindi la sanità che funziona, è una delle priorità richieste dai cittadini”.