Vita, energia, sviluppo, ma anche migrazioni, morte e terrorismo. Il mar Mediterraneo è la vera scommessa di oggi per il futuro dell’Italia ma soprattutto dell’Europa tutta. «Sul Mediterraneo l’Europa non si gioca solamente la propria credibilità, ma anche la propria sopravvivenza». Pier Ferdinando Casini, senatore, membro della commissione Affari esteri ed Emigrazione e della commissione Difesa, sale in cattedra al secondo Master in Intelligence e Ict promosso dall’Università di Udine, Dipartimento di Scienze Matematiche, Informatiche e Fisiche (DMIF) diretto dal professor Gian Luca Foresti. Nella lezione in programma venerdì 7 maggio il senatore ha spiegato il ruolo del Mediterraneo nella geopolitica internazionale all’interno di un programma unico, multidisciplinare e integrato che si pone l’obiettivo di formare esperti capaci di affrontare i temi della sicurezza su scala globale.
In questo quadro, comprendere lo scenario complessivo è fondamentale. E, fondamentale, è capire il ruolo che ha oggi il “nostro” mare. «Il Mediterraneo ha un ruolo assolutamente centrale», ha detto Casini. «Nel 2% della superficie acquatica mondiale si concentra il 20% dei traffici globali. Ed è stato necessario il raddoppio del canale di Suez per rispondere alle sfide commerciali dell’Asia verso il Mediterraneo. È luogo privilegiato del dialogo interreligioso perché sul Mediterraneo si affacciano le tre principali religioni monoteiste; ma è anche un mare che è al centro di importantissime iniziative energetiche: come, ad esempio, i giacimenti di gas che hanno trasformato l’Egitto in un paese esportatore e non più importatore. Il Mediterraneo è, purtroppo, anche il teatro delle più grandi tragedie del nostro tempo».
Tutto questo si inserisce in uno scenario geopolitico che ha visto gli Stati Uniti progressivamente allontanarsi dal “mare nostrum” e lasciare campo aperto alla Russia e alla Turchia. «È un mare pieno di problemi che l’Europa è chiamata ad affrontare con una politica estera unitaria. Se riuscirà a risolvere i problemi del Mediterraneo, risolverà anche i propri problemi. L’alternativa sarà una situazione drammatica». E il ruolo dell’Italia? «Ininfluente. Serve un’Europa forte, capace di trasmettere i propri valori e credibile. I veri player sono Russia e Turchia». Così nei rapporti con l’Egitto, il nostro Paese non può giocare una partita da primo attore. «O vince l’Europa, oppure il rischio è di perdere tutti».