Dal 27 maggio al 25 giugno 2017, i nuovi spazi della Casa della Cultura del Comune di Melzo ospitano La carne, la morte e il diavolo. Ex libris erotici del primo Novecento, mostra a cura del libraio antiquarioAndrea Tomasetig, che ha selezionato cento pezzi esposti per la prima volta.
L’arte dell’ex libris – i piccoli fogli incisi dagli artisti con il nome del bibliofilo e un’immagine, poi applicati sul risguardo dei libri a marcarne la proprietà – appartiene a pieno titolo alla grande storia della grafica, di cui ha rappresentato dalla fine dell’Ottocento a metà del Novecento – la sua stagione irripetibile – una delle punte più avanzate.
A Giuseppe Cauti va il merito di avere costruito nei decenni una delle più importanti collezioni esistenti non solo in Italia, apprezzata da studiosi come Federico Zeri e Rossana Bossaglia e ceduta qualche anno fa a un’istituzione. Ma Cauti aveva conservato chiusa in un cassetto la sua raccolta “segreta” di oltre duecento ex libris galanti ed erotici, opera degli artisti più significativi del settore, che offrono uno spaccato straordinario della migliore grafica europea del primo Novecento (soprattutto calcografie originali, ma anche litografie e xilografie).
La collezione si differenzia da altre sullo stesso tema non solo per la qualità, ma per il particolare taglio che richiama immediatamente il titolo del celebre saggio di Mario Praz La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (1930), il primo a indagare con metodo nelle pagine più estreme dell’immaginario del romanticismo e del decadentismo. Negli ex libris raccolti accanto ai sensuali nudi femminili si affaccia “l’ombra dell’eros” e fanno spesso capolino la morte e/o il diavolo nelle sue varie sembianze, come ben sintetizzato nella sorprendente incisione di Michel Fingesten (geniale artista ceco esule da Berlino a Milano nel 1935), efficace logo della mostra. La triade si rincorre giocosa, ironica, inquietante o macabra, relegando l’uomo – quando c’è – a un ruolo subordinato, succube della passione, nella migliore tradizione del decadentismo.