Down di Facebook, colpa delle Graph API

Che Facebook sia diventata una sorta di droga? E’ bastato che andasse in tilt per poco più di dieci minuti per gettare alcuni nel panico, in ogni parte del mondo.

La piattaforma è stata rimessa in sesto in poco tempo, ma questo non ha impedito che si ironizzasse utilizzando la concorrenza (Twitter, in questo caso, con l’hashtag #FacebookDown) e che più di 34mila segnalazioni giungessero da tutto il mondo nel giro di un’ora.

“Un ampio problema sta rendendo le Graph API di Facebook non disponibili. Stiamo lavorando duramente con i tecnici per identificare la causa, vi aggiorneremo appena avremo informazioni maggiori“, aveva fatto sapere Benjamin Golub, del team di sviluppatori di Facebook, dopo l’accaduto.

Il malfunzionamento del social network, con vari rallentamenti, era iniziato alle 18.30 circa di ieri, ma i minuti più difficili erano stati quelli intorno alle 19.00, quando per circa dieci minuti, molti utenti non erano riusciti ad accedere a Facebook.

Il down di Facebook non ha inciso sul valore dell’azienda in borsa, ma deve aver ridotto notevolmente le entrate pubblicitarie, dato che, secondo alcune stime, quaranta minuti offline costano a Facebook un milione di dollari.

Quanto agli utenti, è ormai chiaro che, se vengono a mancare alcuni strumenti tecnologici, la gente va in panico. Non sappiamo più fare a meno di un telefonino o di Internet. Ci sentiamo perduti anche se viene a mancarci l’utilizzo di un social network, che sia droga o necessità di comunicare con gli altri per importanti ragioni.


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