Una nuova ondata di violenza nella Striscia di Gaza che colpisce anche il sud di Israele minaccia la sicurezza dei bambini e rischia di aggravare una crisi della loro salute mentale che perdura da tempo, con i genitori che riferiscono che i bambini non riescono a dormire e temono per la loro vita. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, per la grave situazione nella quale continua a crescere il numero delle vittime e dei feriti, tra cui donne e bambini. La nuova ondata di violenza arriva due anni dopo che un’analoga escalation di violenza aveva provocato la morte di 67 bambini palestinesi e di due bambini israeliani.
I bambini e le loro famiglie intrappolati nella Striscia di Gaza si rifugiano nelle loro case, mentre scuole, università e strutture pubbliche e private sono chiuse. In seguito al lancio di razzi da Gaza verso il sud di Israele, i cittadini che vivono nelle città lungo la barriera perimetrale di Gaza hanno ricevuto istruzioni per l’evacuazione o per proteggersi in luoghi sicuri.
Con la chiusura dei valichi di Erez e Kerem Shalom, controllati da Israele, il personale umanitario e i beni di prima necessità come medicinali, cibo e carburante non possono entrare a Gaza. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, la chiusura dei valichi ha finora impedito a 292 pazienti di accedere a cure mediche essenziali in ospedali al di fuori di Gaza, tra cui 15 pazienti che necessitano di cure urgenti e potenzialmente salvavita. Nel 2022, almeno tre bambini sono morti a causa della negazione del permesso di ricevere cure in ospedali al di fuori della Striscia di Gaza[1].
Questa è la sesta escalation di violenza in 16 anni per i bambini di Gaza, costretti a vivere sotto il blocco terrestre, aereo e marittimo imposto dal governo di Israele. I bambini rappresentano il 47% dei due milioni di abitanti di Gaza, e oltre 800.000 non hanno conosciuto altro che le condizioni di vita imposte dal blocco.
Un rapporto di Save the Children del 2022 ha rilevato che, dopo 15 anni di vita sotto il blocco, 4 bambini su 5 nella Striscia di Gaza riferiscono di vivere con depressione, dolore e paura. È probabile che la nuova escalation scateni ricordi traumatici per molti bambini di Gaza che hanno sopportato ondate di morte e distruzione, hanno subito ferite che hanno cambiato la loro vita o hanno perso i loro cari in precedenti escalation.
“È un momento inimmaginabilmente difficile per i bambini di Gaza. La nostra ricerca ha dimostrato chiaramente che la maggior parte dei bambini stava già soffrendo le conseguenze di così tanti anni di blocco e di incessanti cicli di violenza. Ogni ora che passa senza un cessate il fuoco, la sofferenza dei bambini rischia di aggravarsi, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il governo di Israele deve aprire immediatamente tutti i valichi di Gaza per consentire l’assistenza umanitaria salvavita a coloro che ne hanno bisogno, compreso l’accesso a cure mediche specialistiche. I genitori ci dicono che i bambini non riescono a dormire la notte, che fanno fatica a confortarli, senza sapere se saranno vivi domani. Esortiamo la comunità internazionale a usare tutta la propria influenza per allontanare la situazione dall’orlo del baratro. Deve esserci un’immediata cessazione delle ostilità per proteggere tutti i bambini” ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children per il Territorio Palestinese Occupato.