Si è ridotta l’età media delle coppie che si sono rivolte alla procreazione assistita. Dopo quasi 20 anni di costante crescita, nel 2022 è stato osservato un abbassamento del dato anagrafico delle coppie che si sono rivolte alla Medicina della riproduzione: l’anno scorso l’età media delle donne e degli uomini che si sono affidati alla clinica Next Fertility ProCrea di Lugano (Svizzera) è diminuita del 6% rispetto al 2020. «Abbiamo registrato per le donne il passaggio da 39 a 36,6 anni di media; per gli uomini l’età è passata da oltre 43 a poco meno di 40,5 anni. Praticamente siamo tornati ai dati del 2010», spiega Marina Bellavia ginecologa specializzata in Medicina della riproduzione e direttore sanitario della struttura che accoglie ogni anno l’80% di pazienti italiani. «Grazie alle terapie proposte, che sono state per il 60% omologhe, per il 26% con donazione di ovuli e per il 14% con donazione di seme, abbiamo registrato l’anno scorso 486 bambini nati. E in questi primi mesi del 2023 ci sono ben 137 bambini in arrivo». Nel complesso, Next Fertility ProCrea, realtà che fa parte del gruppo internazionale Next Clinics, negli ultimi 12 anni ha fatto nascere oltre 3.000 bambini, rispondendo ai crescenti problemi di infertilità delle coppie.
«Stili di vita non corretti, inquinamento e infezioni possono rappresentare un importante ostacolo a una gravidanza», prosegue la specialista. «I problemi di infertilità dipendono da molteplici e differenti cause, ma soprattutto dall’età: con il passare degli anni infatti tende a ridursi la riserva ovarica in una donna e, spesso, anche nell’uomo il tempo influisce sulla qualità del seme. Il fatto che si sia abbassata l’età media è un indicatore importante: è il risultato di una crescente quanto fondamentale sensibilità su questo tema. Spesso infatti una coppia non si pone nell’ottica di verificare la sua capacità fertile e pensa che, alla fine, un figlio prima o poi debba arrivare». Su questo tema però l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è chiara: «Parla di infertilità dopo un massimo di due anni di rapporti regolari non protetti senza alcun concepimento», ricorda Bellavia. «In questo, occorre non dimenticare il fattore “età” che, come detto, influisce negativamente sulla capacità fertile di una persona e della stessa coppia».
L’inversione di tendenza registrata da Next Fertility ProCrea è un segnale importante «soprattutto nella prospettiva di ottenere un successo delle terapie, quindi di arrivare a una gravidanza». Spiega il direttore sanitario: «Il fatto che le coppie siano più sensibili ai temi della fertilità è indubbiamente un dato positivo. Accanto a questo, un approccio interdisciplinare permette di individuare gli ostacoli a una gravidanza anche nei casi più complessi. Parlo delle situazioni dove non vi sono cause apparenti, ma il percorso è reso difficile da elementi spesso non considerati quali ad esempio particolari intolleranze alimentari che provocano stati di infiammazione ostativi a una fecondazione, oppure di test approfonditi che consentono di individuare il seme con maggiori probabilità di successo, come è il test della frammentazione degli spermatozoi». Non certo ultimo, il tema dell’età risulta fondamentale quando si vuole posticipare la gravidanza. «Il social freezing, ovvero la possibilità che viene data alle donne di crioconservare la loro fertilità, deve essere fatto da giovani così da mantenere tutte le potenzialità riproduttive in un futuro, in attesa magari di trovare il compagno o di raggiungere una posizione professionale più stabile. L’età è fondamentale quando si pensa ad un figlio».