Impiantata una protesi che ripristina il senso del tatto

Per la prima volta un soggetto con un arto amputato ha potuto ritrovare il senso del tatto in tempo reale con una protesi artificiale.

Il prototipo è stato sviluppato in gran parte in Italia, dall’stituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con l’università tedesca di Friburgo.

Tra gli autori c’è anche Maria Chiara Carrozza, oggi ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

E’ il risultato di un progetto europeo denominato ‘LifeHand 2’ che ha coinvolto università e ospedali di Svizzera, Italia e Germania.

Il lavoro è stato presentato sulla rivista ‘Science Translational Medicine’.

La prima mano bionica sensibile è stata impiantata su Dennis Sorensen Aabo, un danese di 36 anni, a gennaio 2013, nell’ospedale Gemelli di Roma.

L’arto sensibile dovrebbe essere disponibile per diverse categorie di amputati entro 10 anni.

Questa è almeno la speranza del prof. Silvestro Micera, direttore del progetto.

L’arto bionico sensibile si basa su elettrodi innestati nei nervi periferici del braccio, che trasmettono dei segnali elettrici al sistema nervoso.


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