Masha Alekhina e Nadya Tolokonnikova, le due componenti più note della band punk russa Pussy Riot, hanno pubblicato un nuovo video, il loro primo in inglese, intitolato “I Can’t Breathe”, “Non riesco a respirare”
La canzone è dedicata alle vittime della polizia e riporta le ultime parole di Eric Garner, l’afroamericano disarmato, ucciso da un ufficiale di polizia a New York City.
Le donne hanno scritto la canzone ispirandosi alle proteste scoppiate a New York, dopo che un gran giurì si era rifiutato di accusare l’ufficiale che aveva ucciso Garner.
“Noi abbiamo conosciuto sulla nostra pelle la brutalità della polizia e non possiamo tacere su questo problema”, ha detto il gruppo a BuzzFeed News.
Nadya e Masha anni fa, hanno trascorso 16 mesi in un carcere russo, per aver cantato una “preghiera punk” contro Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.
Le due ragazze nel loro nuovo video indossano la divisa blu della polizia antisommossa russa, giacciono in una tomba e lentamente sono sepolte vive.
La canzone è anche una potente protesta contro la situazione politica esistente in Russia e la guerra sanguinosa che avviene in Ucraina.
Il video contiene anche un riferimento alla “Primavera russa”.
“Il genere di questo ultimo pezzo è diverso dagli altri delle Pussy Riot – hanno spiegato Nadia e Masha al Guardian – è una ballata industriale, dark e urban. Il ritmo è la metafora del battito cardiaco, il battito del cuore prima che si fermi. L’assenza dell’usuale aggressività vocale punk in questa canzone è la reazione a questa tragedia”.
Le Pussy Riot avevano pubblicato il loro ultimo video musicale in occasione dei giochi olimpici invernali del 2014 a Sochi. Allora avevano anche subito un’aggressione da parte dell’esercito cosacco.
Le Pussy Riot originariamente erano tre, con Nadya Tolokonnikova e Masha Alyokhina c’era anche Yekaterina Samutsevich.