Meningite, allarme in Toscana, ma non c’è emergenza

I recenti casi di cronaca, che hanno riportato le notizie sugli ennesimi casi di meningite in Toscana, destano preoccupazione, non solo nella regione dell’Italia Centrale, ma in tutto il nostro Paese. Secondo gli esperti, però, la situazione non è allarmante e vaccinarsi resta l’unico modo per prevenire.

Allarme in Toscana. Secondo decesso in due giorni per una meningite di tipo C.

“Da gennaio 2015 in Toscana si sono registrati 73 casi da meningococco C: la maggior parte di questi è ascrivibile al sottotipo St11, che rappresenta una variante del meningococco caratterizzata dalla spiccata aggressività e quindi da una maggiore letalità. Solitamente, infatti, la meningite, nei suoi altri ceppi, ha una mortalità inferiore al 10%” sottolinea Antonio Chirianni, Presidente SIMIT.

 

“I numeri, nonostante siano in crescita, non devono destare preoccupazione: ogni anno in Italia infatti ci sono poco più di 200 casi di meningite meningococcica. La Toscana ha registrato un superamento di queste previsioni, ma resta entro limiti che non destano preoccupazioni tali da far pensare a un fatto epidemico di portata nazionale.

La Società Italiana di Malattie Infettive è fortemente impegnata a mantenere uno stato di allerta in tutta la rete infettivologica nazionale, che è capace di contrastare questa emergenza. È in stretto contatto con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministero della Salute al fine di intervenire in maniera rapida ed efficace in funzione dei possibili risvolti che si possono verificare”.

 

Nonostante le inevitabili apprensioni, non c’è allarmismo per gli infettivologi.Abbiamo infatti a disposizione uno strumento efficace per mantenere questi focolai epidemici sotto controllo, la vaccinazione – sottolinea il professor Massimo Andreoni primario di Malattie infettive Università Tor Vergata e Past President SIMIT – La vaccinazione rappresenta l’unico rimedio disponibile. I vaccini oggi disponibili sono estremamente efficaci sia nei confronti del meningococco di tipo B che di tipo C (quelli circolati finora). Danno un buon livello di immunità e possono contrastare efficacemente il rischio di infezione. Secondo il Piano Nazionale delle Vaccinazioni il vaccino per il meningococco C è fortemente consigliato nel primo anno di vita: questo permette di stimolare una risposta anticorpale adeguata e duratura, ma che non dura per sempre. Per questo motivo, anche la popolazione adulta, laddove se ne riconosca la necessità, ne dovrà fare un richiamo. Il risultato infatti cambia in base ai soggetti e alle circostanze”.


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