Docenti e alunni sono tornati a viaggiare a pieno ritmo

Dopo tre anni di limitazioni dovuti all’epidemia di Covid-19, il turismo scolastico registra una piena ripresa. Nell’anno scolastico 2022/23 docenti e alunni sono tornati a viaggiare a pieno ritmo, recuperando – e persino superando – i livelli pre-pandemici. A svelarlo è l’indagine “La ripresa del turismo scolastico. Dati e andamento del primo anno post pandemia” edizione 2023 svolta da Didatour (www.didatour.it), piattaforma online del Gruppo La Fabbrica (www.lafabbrica.net) dedicata alla scuola che da settembre si arricchirà anche di contenuti e approfondimenti di supporto alla didattica, che ha coinvolto più di 1.000 insegnanti di tutto il territorio nazionale di ogni ordine e grado, che solitamente organizzano e/o partecipano a viaggi di istruzione o uscite didattiche[1]. Dall’indagine (qui il link al report completo: www.didatour.it/wp-content/uploads/2023/06/Presentazione-survey-2023.pdf), realizzata in collaborazione con il centro studi de La Fabbrica e presentata durante il webinar “La ripresa del turismo scolastico. I dati del primo anno post pandemia” (qui la registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=bd5w9JZeGGw), emerge infatti che durante l’anno scolastico 2022/23, quasi il 100% dei docenti (contro il 72% dell’a.s. 2021/22) ha svolto un viaggio o un’uscita didattica. Un dato non solo in netta risalita rispetto a quello registrato durante l’anno scolastico precedente, ma addirittura superiore rispetto ai periodi pre-covid, in cui la percentuale era circa dell’80%. Rispetto al periodo pre-covid aumenta anche la propensione ai viaggi di più giorni, soprattutto per le scuole primarie: se nel 2019/20 solo un 8% aveva pianificato gite con pernottamento (poi disdette a causa dello scoppio della pandemia), nel 2022/23 la percentuale dei docenti delle primarie che ha svolto effettivamente viaggi di istruzione con almeno un pernottamento, sale inaspettatamente al 30%. L’indagine inoltre approfondisce diversi aspetti delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione, oltre a illustrare le prospettive del turismo scolastico per l’anno 2023/24 (più in basso i risultati principali della survey).

“Anche quest’anno con Didatour, ci siamo impegnati a costruire una riflessione sui viaggi di istruzione partendo dall’opinione degli insegnanti. I risultati del sondaggio ci forniscono un quadro interessante sulle tendenze del turismo scolastico e sulle esigenze di docenti e alunni che quest’anno hanno ripreso a viaggiare con ancora più frequenza rispetto agli anni che hanno preceduto la pandemia. Tra le novità di quest’anno segnaliamo l’aumento dei viaggi d’istruzione di più giorni (anche sorprendentemente per le primarie) e la tendenza da parte dei docenti a scegliere mete meno battute (44%). Per quanto riguarda i costi, circa il 70% dei docenti ha dichiarato che i propri alunni hanno sostenuto una spesa pro capite di 300 euro (o meno) per i viaggi di istruzione di più giorni. Si tratta di cifre in linea con i servizi scelti all’interno dei pacchetti”, spiega Valentina Marasco, Country Manager Didatour.

“Il turismo scolastico è solo una delle aree trattate da Didatour, una piattaforma che vuol essere un punto di riferimento per i docenti, una risposta concreta alle reali necessità di insegnanti e alunni nella loro quotidianità. Dunque non solo gite, ma anche informazioni e proposte per la didattica digitale, per la didattica orientativa, per lo sviluppo di ambienti di apprendimento stimolanti e inclusivi, per l’educazione alla lettura e al pensiero creativo e tanto altro ancora grazie al nostro team di esperti di didattica, in collaborazione con le aziende sponsor”, spiega Angela Mencarelli, Amministratore Delegato del Gruppo La Fabbrica.

I principali risultati dell’indagine

Per le gite di più giorni, docenti e studenti preferiscono l’Italia. Per quanto riguarda le destinazioni scelte per i viaggi di istruzione di più giorni durante l’a.s. 2022/23, la maggioranza dei docenti delle secondarie ha preferito il Bel Paese (61%, contro il 39% che ha scelto di andare all’estero), mentre prima della pandemia la percentuale si attestava intorno al 50%. Per quanto riguarda le uscite didattiche in giornata non ci sono grossi cambiamenti rispetto al periodo pre-pandemico: la maggior parte dei docenti di ogni ordine e grado continua optare per la propria regione di provenienza (l’80% delle primarie, il 70% delle secondarie di primo grado e il 63% delle secondarie di secondo grado).

Nella top ten delle mete più battute anche alcune località meno note del Piemonte e del Lazio. La destinazione più quotata dai docenti per l’a. s. 2022/23 è stata Roma, seguita da Napoli, Firenze-Pisa, Palermo-Catania, Torino, Venezia-Verona. È interessante segnalare che nelle prime 10 mete, troviamo per la prima volta alcune località meno note del Piemonte e del Lazio. Il 44% dei docenti infatti ha dichiarato di aver scelto località turistiche meno conosciute, sia per i prezzi più sostenibili sia per far apprezzare agli studenti luoghi meno turistici.

Alla natura si preferisce l’arte e la cultura. Passando alle tipologie di attività scelte, dal report emerge che la preferenza verso le attività naturalistiche ha lasciato il passo a quelle artistico-culturali e di formazione, soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado.

Hotel a 3 stelle e spostamenti in autobus, la maggioranza degli studenti spende intorno ai 300 euro. Per la maggior parte degli studenti (70%) la spesa sostenuta per un viaggio di istruzione di più giorni si è assestata intorno ai 300 euro ad alunno. Incrociando i dati di spesa con quelli relativi al pernottamento (numero di notti), alla tipologia di struttura ricettiva e al mezzo di trasporto scelto, emerge che i dati relativi alle spese oltre i 300 euro sono coerenti e sostanzialmente proporzionali alla durata del viaggio. I pernottamenti di una notte vengono preferiti principalmente dalle scuole primarie, quelli di due notti sia dalle primarie sia dalle secondarie di primo grado, quelli di tre e quattro notti vedono una maggiore presenza di alunni delle secondarie di secondo grado. Per quanto riguarda le strutture, la maggior parte dei docenti e alunni ha optato per hotel a 3 stelle, scelti dal 53% delle scolaresche (c’è anche un 12% che ha preferito l’ospitalità religiosa). Il mezzo di trasporto più utilizzato è l’autobus privato, seguito dal treno soprattutto nel Nord e nel Centro.

Le uscite didattiche in giornata in bassa stagione sono state scelte dal 20% dei docenti intervistati. Per quanto riguarda il periodo degli spostamenti dei viaggi di più giorni, i mesi preferiti continuano a essere quelli primaverili. Il processo di destagionalizzazione quindi è ancora lento, anche se è interessante notare che il 20% dei docenti intervistati ha preferito gite in giornata in periodi di bassa stagione.

Per i viaggi di più giorni ci si affida principalmente alle agenzie, soprattutto nelle scuole del Centro e del Sud. Nella stragrande maggioranza dei casi, i docenti si rivolgono alle agenzie per le gite con pernottamento, soprattutto per comprare l’intero pacchetto. Una tendenza che si riscontra maggiormente nelle secondarie di secondo grado (il 75% dei docenti intervistati si è affidato a un’agenzia per l’organizzazione completa) e nelle scuole di ogni ordine e grado del Centro (73%) e del Sud (69%).

Prospettive per l’anno scolastico 2023/24. Il 76% ritiene che i viaggi del prossimo anno scolastico si svolgeranno tra marzo e maggio 2024. Le loro scelte su meta e tipologia di viaggio si baseranno su diversi fattori quali il prezzo, la pertinenza del viaggio con i programmi ministeriali, la sicurezza, la facilità nel raggiungere la destinazione, l’accessibilità per studenti con disabilità, la possibilità di svago, i materiali di approfondimento post visita. Il 62% dei docenti intervistati dichiara che il consiglio di classe discuterà delle prossime destinazioni scolastiche tra settembre e novembre (il 17% tra dicembre e febbraio).

Uscite didattiche e viaggi di istruzione: la valutazione dei docenti. Riguardo ai servizi strettamente legati all’esperienza didattica, i docenti raccontano di aver gradito le attività di associazioni di guide e, in generale, le visite e i laboratori offerti dai musei. È stato considerato molto positivamente anche il tempo libero trascorso con i ragazzi: da tanto mancavano momenti di aggregazione e condivisione al di là delle esperienze didattiche organizzate fuori degli istituti. Rispetto alla relazione con le agenzie di viaggio, emerge che, da parte delle scuole, c’è stata sia difficoltà nel reperirne di specializzate nel turismo didattico, sia nell’ottenere un supporto nell’organizzazione dell’uscita, anche a causa di richieste specifiche effettuate troppo sotto data.


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