Millennials: gli immigrati non ci ‘rubano’ il lavoro

Sondaggio di Radioimmaginaria in apertura di Teen Parade, il festival del lavoro spiegato dagli adolescenti (oggi e domani a Bologna Fiere). Gli over 26 sono più inclini a vedere il diverso come una minaccia.

 

Gli immigrati non ci ‘rubano’ il lavoro e non vanno necessariamente rimpatriati: ne sono convinti quasi nove millennials su dieci, intervistati da Radioimmaginaria, primo network radiofonico in Europa gestito da ragazzini tra gli 11 e i 17 anni, in occasione della terza edizione di Teen Parade, il festival del lavoro spiegato dagli adolescenti che si svolge oggi e domani a Bologna Fiere. “Da tre anni stiamo costruendo un percorso tematico costruito per invitare i nostri coetanei a superare le incertezze e insicurezze che accompagnano la fase di ingresso nel mondo del lavoro” affermano i ragazzi del network radiofonico che ormai conta 50 redazioni fra Italia e Europa.

OCCUPAZIONE IMMIGRATA E AUTOCTONA SONO COMPLEMENTARI. I più giovani ritengono che l’occupazione immigrata e quella autoctona in Italia siano prevalentemente complementari: l’88,8% ha dichiarato a Radioimmaginaria che i migranti non rappresentano un ostacolo per l’inserimento nel mercato del lavoro e l’82,5% è contrario alla misura del rimpatrio.

CONTROTENDENZA GLI OVER 26. Gli unici che si discostano da questo pensiero sono gli over 26, che si dimostrano più inclini a vedere il diverso come una minaccia e credono “sia più corretto fornire agli immigrati le condizioni più idonee nel loro Paese piuttosto che adattarli al nostro”.

ACCOGLIENZA E SUPPORTO DELL’UE. Alla domanda: “Tu che consiglio daresti a chi si occupa della questione migratoria?” gli adolescenti rispondono auspicando l’integrazione. Per i teenager occorre “potenziare le strutture per l’accoglienza, cercare il supporto dell’Unione Europea e invitare i cittadini a proporre soluzioni creative per l’integrazione anche a livello locale”. E molti chiedono di ascoltare il proprio lato umano: “Se fossimo noi gli immigrati, vorremmo o no essere accolti?”.

INCONTRI E LIVE SHOW. Teen Parade vuole aiutare i ragazzi, a trovare una risposta precisa alla domanda “che lavoro vorresti fare da grande”? Ecco il perché di momenti specifici – con la collaborazione di ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, INPS, Guardia di Finanza e Polizia di Stato – per stimolare un confronto sulle professioni in grado di appassionare e aprire la mente di chi dovrà essere protagonista del proprio futuro. In serata gli incontri con Valeria Cagnina, 17enne di Alessandria che ha fondato una sua scuola per insegnare ai ragazzini a programmare i robot, e con Iacopo Melio, scrittore disabile e attivista per i diritti umani e civili. A Teen Parade anche i concerti di Lo Stato Sociale e Luca Carboni (protagonisti di un inedito featuring dal vivo in chiave acustica) e dei rapper Cris Brave e Tedua con la conduzione di Rudy Zerbi. E poi esibizioni nell’area skatepark e parkour, simulazioni di voli con droni e sfide a colpi di poesie.

IL CUBO DELL’ACCOGLIENZA. Ci sono anche i “case cube” dove enti pubblici e aziende private spiegheranno con laboratori e contest ai ragazzi che lavoro fanno. Attraverso il cubo dell’accoglienza, un labirinto tubolare di 25 metri, i ragazzi entrano al buio e possono incrociare personaggi dei fumetti o della cinematografia che, strada facendo, li sottopongono a un breve questionario per capire “chi sei” prima di capire “cosa vuoi fare da grande”. Alla fine del percorso di circa 2 minuti un algoritmo realizzato dall’Università di Bologna elabora le risposte e “pronostica” il futuro lavorativo dei ragazzi.

LA SCUOLA LA SCELGONO MAMMA E PAPÀ. Tema centrale della terza edizione di Teen Parade è l’educazione all’orientamento. Per questo Radioimmaginaria ha chiesto agli adolescenti che cosa determina la scelta del proprio percorso scolastico, scoprendo che gli studenti italiani si affidano sempre più ai genitori. Per un neo-maggiorenne su quattro il ruolo di mamma e papà risulta decisivo quando si deve scegliere la scuola superiore; la percentuale si abbassa al 12% per i ragazzi nella fascia dai 14 ai 16 anni. Cosa spinge soprattutto gli adolescenti a preferire un tipo di scuola rispetto a un altro? Le possibilità di lavoro future sono considerate cruciali da quasi uno studente su tre (30,1%), mentre il dialogo con i professori viene reputato importante solo dal 6,9% degli intervistati.


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