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Vatican Longevity Summit, tra scienza, etica e responsabilità

Si è svolto presso l’Auditorium del Centro Congressi Augustinianum il Vatican Longevity Summit: sfidare l’orologio del tempo, evento patrocinato dalla Pontificia Accademia per la Vita che ha messo al centro il tema dell’invecchiamento sano e sostenibile.

Parolin apre i lavori: “Dignità e dialogo tra scienza e umanesimo”

Ad aprire ufficialmente il Summit è stato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che ha portato i saluti personali di papa Francesco. Parolin ha evidenziato l’importanza di eventi come questo, capaci di “coniugare scienza, spiritualità e responsabilità sociale per una visione integrale dell’uomo”, ribadendo l’impegno della Chiesa nel promuovere la dignità della persona in ogni fase della vita, specialmente nella terza età.

Carrara: “Salute cerebrale come pilastro della longevità”

Il convegno è stato moderato dal Prof. Padre Alberto Carrara, neuroscienziato e coordinatore del Gruppo di Neurobioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che ha aperto i lavori ricordando quanto oggi sia fondamentale preservare le funzioni cognitive attraverso un approccio sistemico alla longevità.

Carrara ha illustrato il modello dei sei pilastri della salute del cervello: nutrizione, attività fisica, sonno, stimolazione cognitiva, gestione dello stress e relazioni sociali. Ha inoltre sottolineato il ruolo centrale di musica, arte ed esperienze sensoriali nella prevenzione del declino cognitivo, ribadendo che “non basta vivere a lungo, bisogna vivere bene”.

Invecchiamento e malattie: la scienza contro il tempo

Il cuore del summit è stato l’intervento di grandi protagonisti della ricerca scientifica internazionale, che hanno presentato studi e soluzioni concrete per contrastare le malattie legate all’invecchiamento:

Shinya Yamanaka, Premio Nobel per la Medicina, ha mostrato come le cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) stiano rivoluzionando la medicina rigenerativa.

Venkatraman Ramakrishnan, Premio Nobel per la Chimica, ha approfondito nuove strategie molecolari contro infiammazione cronica e degenerazione cellulare.

Juan Carlos Izpisúa Belmonte ha illustrato ricerche sui meccanismi di ringiovanimento cellulare attraverso la riprogrammazione epigenetica.

Valerio Orlando ha evidenziato l’importanza dell’epigenetica ambientale nella prevenzione dell’invecchiamento cerebrale.

Vittorio Sebastiano, della Stanford University, ha parlato di riprogrammazione cellulare e ringiovanimento ovarico.

Eileen Crimmins ha mostrato i legami tra determinanti sociali, aspettativa di vita e salute cognitiva.

Camillo Ricordi ha presentato soluzioni innovative per la rigenerazione delle cellule pancreatiche e la cura del diabete senile.

Tutti gli interventi hanno ribadito un concetto chiave: la longevità deve essere inclusiva, accessibile a tutti e supportata da una giustizia sanitaria globale.

Il ruolo della politica: Italia laboratorio del cambiamento

La viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci ha sottolineato come il Governo italiano abbia inserito l’invecchiamento sano tra le priorità nazionali, approvando una riforma che va oltre l’assistenza, per puntare a un welfare fondato sull’esistenza e la qualità della vita.

L’Italia, con oltre 14 milioni di over 65, rappresenta un banco di prova per tutti i paesi avanzati nella gestione delle sfide demografiche.

Un evento applaudito, una visione condivisa

Il Vatican Longevity Summit si è concluso tra lunghi e calorosi applausi, con la consapevolezza che l’invecchiamento non è una sconfitta, ma una conquista, da affrontare con scienza, empatia e lungimiranza.

Scopo dell’incontro non era solo condividere risultati, ma tracciare una rotta comune tra comunità scientifica, istituzioni, spiritualità e cittadini. Un richiamo forte alla costruzione di una società in cui vivere a lungo significhi vivere con dignità.

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