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Shoah, per una didattica della memoria

In Olanda, il 59% della Gen Z non sa che nella Shoah furono assassinati sei milioni di ebrei, il 22% ritiene accettabile che un individuo sostenga le opinioni neonaziste e il 13% non ne è sicuro. L’89% conosce Anne Frank, ma il 32% non sa che morì in un campo di concentramento. Il 45% degli ebrei francesi preferisce che i loro figli non rivelino in pubblico che sono ebrei e il 20% è stato vittima di un’aggressione fisica antisemita. Tra i giovani canadesi e statunitensi dell’Ontario, circa un terzo ritiene che la Shoah sia «esagerata o inventata».

Adolescenza e memoria ci paiono stereotipi inconciliabili. D’altro canto, se si accusano gli adolescenti di bassa conoscenza dello sterminio e di scarso interesse, è vero anche che difficilmente è chiesta loro una collaborazione e corresponsabilità concreta, effettiva. Ma un punto di contatto è forse possibile: nella memoria l’adolescenza può trovare un po’ di senso, e nei giovani la memoria dello sterminio si può riscoprire lontana dall’essere un ricordo statico.

Nelle scuole, fare memoria richiede però una preparazione specifica e, ancor più oggi, una particolare sensibilità educativa: è necessario tenere a mente domande all’apparenza semplici (chi sono i giovani? Chi sono gli ebrei? Cos’è la memoria?), che chiamano però in causa risposte difficilissime e in continuo mutamento. Trovarne di via via più precise, creare un approccio positivo nel quale gli adolescenti sono partecipi e non semplici fruitori, è funzionale non solo all’acquisizione di contenuti ma a una consapevolezza più forte di quanto accadde, ed è ciò che insegnanti ed educatori sono chiamati a fare.

Per tutto questo, è necessario un ripensamento: con Noi siamo memoria, Matteo Corradini, ebraista e scrittore, guida insegnanti, educatori, genitori e chiunque desideri dare un senso alla memoria in un percorso sul perché, sui modi, sui tempi e sul senso, oggi, di una didattica della memoria. Affinché sia ancora possibile trasformarla in occasione importante di crescita umana e di responsabilità civile.

Tra riflessioni, studio della realtà concreta, attività da svolgere e una ricchissima bibliografia, l’autore avvicina a una tematica complessa senza smarrire la leggerezza educativa e la voglia di libertà e sperimentazione.

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