Si chiama Pulvera – come “polvere” nel dialetto brianzolo, ma anche come pulv-era, “era della polvere” – ed è una startup che fa dell’ecosostenibilità la sua ragion d’essere: sfrutta il know-how e la tecnologia della polverizzazione con cui si produce il flock, la “polvere magica” ottenuta dal riutilizzo delle fibre tessili e dei loro avanzi – oggi impiegata in una vasta gamma di settori, dalla moda all’automotive, dal packaging di lusso alla cosmetica, fino al design industriale – per realizzare materiali innovativi e soluzioni di design. Pulvera nasce per chiudere il cerchio: si pone al servizio della creatività e delle aziende che non sanno come impiegare i resti delle loro produzioni tessili, il cui smaltimento è un costo a loro carico. Grazie a Pulvera, dallo scarto nasce la bellezza.
Pulvera è nata lo scorso aprile a Renate, in provincia di Monza-Brianza, come spin-off di Casati Flock & Fibers, fra le aziende leader nel mondo della produzione di flock d’alta qualità. A fondarla sono state Eleonora e Beatrice Casati, due sorelle under 30 che, partendo dalle solide radici dell’azienda di famiglia, hanno dato vita a una nuova impresa dedicata al riciclo tessile, uno dei temi più caldi del momento. CEO dell’azienda è Eleonora Casati: classe 1998, è entrata nell’azienda di famiglia, dopo un percorso professionale in un primario gruppo editoriale, desiderosa di offrirvi nuovi percorsi di sviluppo. Ecco l’idea: prendere la tecnologia di produzione del flock, il cuore della produzione aziendale di famiglia, e ampliarne gli ambiti di utilizzo. Pulvera si pone come vero e proprio laboratorio creativo capace di fornire consulenze e progetti alle aziende alle prese con i loro scarti tessili. Scarti che vengono plasmati e riconsegnati al committente in una nuova veste, a metà tra moda e design: una sedia, un vaso, un quadro.
Erano gli anni Quaranta quando Celso Casati, disegnatore presso la Tessitura Perego di Renate, spinto dalla curiosità e dalla creatività portò a casa con sé alcuni scarti della cimatura del velluto della stessa fabbrica tessile. Applicò quella polvere ai paralumi che disegnava lui stesso, per regalare loro una texture tridimensionale e un effetto più chic: aveva non solo scoperto le potenzialità del flock – il figlio Angelo avrebbe creato la ditta Casati nel 1952 – ma utilizzato direttamente lo stesso materiale per dargli nuova vita, o ripensare prodotti che il flock va a rendere più belli e funzionali.
«Pulvera, tramite il know-how di Casati Flock & Fibers, si propone ai brand che hanno bisogno di idee per riutilizzare i propri scarti tessili. E fornisce loro soluzioni all-in-one», dichiara Eleonora Casati. Non solo un’opportunità, questa, ma un’esigenza, giacché – come ribadito a più riprese dalla Commissione europea – la UE si prepara alla stretta finale per imporre alle aziende di moda di produrre vestiti in modo più sostenibile. La deadline è fissata al 2028, quando entreranno in vigore normative più restrittive e la cosiddetta responsabilità estesa del produttore (EPR), che imporrà ai produttori di pagare tariffe per finanziare i costi di raccolta e trattamento dei loro rifiuti tessili.