Maculopatie queste sconosciute

Una malattia “subdola, che non si sente”, ma che colpisce sempre più over 60. È la degenerazione maculare legata all’età, Amd, di cui spesso ci si accorge solo quando è troppo tardi. Diventa dunque fondamentale la prevenzione così come l’informazione. E da questo punto di vista fa tappa in Ancona sabato prossimo 25 maggio la campagna nazionale “Il tuo punto di vista conta. Non lasciare che le maculopatie ti fermino”, promossa da Roche e patrocinata dell’Università politecnica delle Marche, dall’Associazione pazienti malattie oculari Apmo, dal Comitato Macula, da Retina Italia e Società italiana di Scienze oftalmologiche.

Come sottolinea il rettore Gian Luca Gregori presentando questa mattina l’iniziativa alla stampa, “il tema è la prevenzione e offrire alla nostra comunità la possibilità di verificare lo stato di salute”. Da questo punto di vista, prosegue, “la ricerca diventa fondamentale. Una ricerca applicata che dà i suoi frutti e permette anche di espletare servizi di tipo sanitario e assistenziale”. E, conclude, se “la prevenzione è determinante”, lo sono anche le associazioni: “Per questioni personali ho scoperto l’importanza del volontariato e solo quando ti trovi in certe situazioni capisci la rilevanza del terzo settore”, rimarca il rettore, dando appuntamento per sabato 25 maggio dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 alla Galleria Dorica. Lo screening, con l’esame Oct, è rivolto a tutta la comunità con particolare attenzione agli over 50, dato che circa il 10% delle persone tra 65 e 74 anni e oltre il 30% degli over 75 soffre di Amd avanzata. “Dobbiamo cercare di arrivare un po’ prima, per il benessere del paziente ed evitare cure inappropriate che caricano il sistema sanitario”, mette in luce il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche Armando Marco Gozzini, mentre il preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Mauro Silvestrini ribadisce che “la prevenzione è una grande sfida per la Medicina” e il direttore del dipartimento di Medicina sperimentale e clinica Mario Guerrieri rimarca l’importanza dell’iniziativa “dal punto di vista assistenziale ma anche scientifico-didattico”. Sulla prevenzione insiste anche l’assessore all’Università del Comune di Ancona Marco Battino: è infatti “responsabilità della città- evidenzia- prevenire e mettere a disposizione gli strumenti che servono”.

Più nel dettaglio entra il direttore della Clinica oculistica dell’Aoum delle Marche di Ancona Cesare Mariotti: le maculopatie sono “la patologia più limitante dal punto di vista della possibilità visiva e le principali sono la retinopatia diabetica, molto diffusa e prima causa di cecità nel mondo, e la degenerazione maculare legata all’età”. Lo screenig, prosegue, permette di individuare “le forme che siamo capaci di curare. I pazienti sopra i 60 anni hanno il 25% di incidenza di maculopatia legata all’età, che sono le forme iniziali e intermedie su cui siamo in grado di intervenire”. Si tratta di forme, prosegue, “geneticamente determinate”, per cui “occorre sensibilizzare tutte le persone che hanno parenti affetti da degenerazione maculata legata all’età dopo i 60 anni a fare una valutazione se ci sono segni iniziali o una malattia conclamata”. Per poi intervenire con terapie innovative come le iniezioni di anticorpi monoclonali di diversa origine. L’iniziativa di sabato, conclude, “ci permette di selezionare i pazienti, la malattia non si cura ma si curano le complicanze e significa mettere il paziente nelle condizioni di svolgere una vita normale, dunque leggere, guidare e guardare la tv”. Dati alla mano, gli ammalati saliranno da 400.000 a 700.000 nel 2050 e se si viene curati tardivamente “i risultati sono pochi o assenti. Da qui l’idea di uno screening per la cittadinanza per selezionare quei pazienti che verranno poi dirottati nella Clinica oculistica dell’Università di Ancona”.

Una grande mano la danno le associazioni sorte sul territorio italiano. “Le difficoltà per i pazienti sono soprattutto legate all’accesso”, segnala il direttore esecutivo di Apmo Michele Allamprese, e “il problema principale della medicina in questo momento storico è legato all’ottenimento di una visita oculistica, di un trattamento chirurgico, di una iniezione intravitreale. È difficile entrare nel giro, nel loop. E i motivi sono molto piu grandi di noi”. Dunque, continua, “il ruolo dell’associazione è limitare questi danni e favorire percorsi virtuosi. Il nostro slogan è ‘evitare ipovisione, evitare cecità‘”. L’attività principale riguarda dunque lo screening, la sensibilizzazione, portare informazioni alle persone che non sono ancora ammalate o sono in una fase precoce. “Affinché- aggiunge- una visita oculistica, una attività terapeutica per tempo eviti l’ipovisione e la cecità. Si può vivere a lungo e bene con le patologie oculari ben curate. Dobbiamo fare prevenzione e screening. E trovare le patologie prima che diventino gravi”. Dello stesso avviso il presidente del Comitato Macula Massimo Ligustro, che, lui stesso paziente affetto da maculopatia, chiede anche maggiore attenzione da parte della Medicina del lavoro. “La nostra associazione- spiega- ha lo scopo di sensibilizzare le persone in merito a questa malattia silente e subdola, che non dà cenni”.

Spesso la maschera il cervello che “compensa la nostra mancanza di qualità video fino a quando siamo intorno ai cinque decimi. Per cui spesso si è perso un occhio, perché la malattia è viva da anni, l’altro vede a cinque decimi ma non ci si accorge finché si scende sotto i cinque”. Occorre cambiare prospettiva, insiste Ligustro, diffondere “la parola benessere oculare” e “curare l’occhio, la nostra finestra sul mondo”. Purtroppo, chiarisce, “si pensa solo alla cura del vetro, alla cataratta e agli occhiali, ma il vetro è in una finestra, ci sono un telaio, i cardini e la maniglia. Questo è l’occhio, si deve controllare tutta la finestra”. Per cui il consiglio è “controllate i vostri occhi per vivere bene”.


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