Screening anti-infertilità e tumori in azienda

Screening anti-infertilità e tumori in azienda, al via il progetto di Fondazione Foresta

I medici entrano in ufficio e spiegano i rischi ai lavoratori in base alla loro età, focus sulle malattie della fertilità e della sessualità. È una sperimentazione innovativa nel welfare aziendale, l’idea di Fondazione Foresta di Padova e dello studio dei medici del lavoro di Andrea Camarotto. Il progetto pilota alla Arredo3 di Scorzè, nel Veneziano: coinvolte 400 persone. Il professor Foresta: “Le donne sono più attente ai controlli, gli uomini si ammalano di più per questo”

Una consulenza sulle malattie collegate alla sfera della fertilità e della sessualità, con focus sugli uomini che sono statisticamente a rischio più delle donne perché eseguono pochi esami di controllo. Un campagna di screening e visite di prevenzione primaria nella struttura di Fondazione Foresta a Padova. Ed infine il bilancio dell’attività, per capire i risultati e gli eventuali rischi collegati al luogo di lavoro.
È questo l’innovativo progetto di welfare messo a punto da Fondazione Foresta di Padova con l’azienda Arredo3 di Scorzè, nel Veneziano. L’idea è quella di portare in azienda più consapevolezza sulle patologie e di migliorare la salute dei dipendenti con visite reali. Un progetto che ha già preso l’avvio in aprile con la riunione di 30 dipendenti, preposti dei reparti dell’Azienda che ne conta oltre 400, che vedrà la prima riunione informativa il 14 maggio con l’avvio ufficiale.
“Dopo l’estate vedremo i risultati di questo importante screening”, afferma il dottor Carlo Foresta, già professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova. “Oltre le statistiche sulle patologie, ricordiamo l’importanza della prevenzione ad ogni età per un benessere completo della donna e dell’uomo”.
Entrando nel dettaglio, il progetto è aperto a tutte le donne e gli uomini che lavorano presso la Arredo3, azienda che opera nel settore delle cucine. La campagna si svolge attraverso tre fasi: una fase informativa, una di visite e una di bilancio dell’attività.
Nella prima fase, prevista la partecipazione volontaria dei dipendenti divisi per fasce d’età (18-45 anni, 45-60 e oltre) dedicato alle patologie endocrine, metaboliche, alla fertilità e alle disfunzioni sessuali. In particolare per le donne e gli uomini dai 18 ai 45 l’obiettivo è quello di illustrare le principali patologie del sistema endocrino-riproduttivo. Si partirà con focus sul papilloma virus. Per le donne, poi, sarà analizzata l’importanza dell’autopalpazione e dello screening per il tumore al seno; mentre per l’uomo si lavorerà sulla poca attenzione verso il tumore al testicolo. Per la fascia d’età 18-45 ci sarà un confronto su stili di vita, metabolismo e obesità; su quadri clinici specifici correlati all’età (come la menopausa per la donna e l’andropausa per l’uomo) si procederà con approfondimenti ad hoc. Inoltre si parlerà di osteoporosi: anche in questo caso le donne già ora si sottopongono a maggiori screening, mentre l’uomo solitamente non si sottopone a nessuna indagine.
“La donna è più attenta alla prevenzione e alla salute”, dichiara Foresta. “Già alla prima manifestazione del ciclo mestruale viene accompagnata dal ginecologo dalla madre, e per tutto il ciclo della vita, ci sono delle tappe di prevenzione e screening prefissate. L’uomo invece pone poca attenzione alla prevenzione relativa alla salute endocrino riproduttiva: purtroppo se non curate per tempo certe patologie si cronicizzano e possono portare all’infertilità. Non solo, le statistiche sono impietose: gli uomini hanno un’età media inferiore di 5 anni rispetto alle donne”.
“Durante le visite di routine nelle aziende troviamo lavoratori sempre più attenti, ma anche un sempre maggiore interesse per le patologie legate al sistema riproduttivo”, dichiara il dottor Andrea Camarotto, medico del lavoro e uno dei promotori dell’iniziativa. “Noi lavoriamo con un questionario anonimo creato ad hoc, dove si verificano le abitudini e gli stili di vita e anche eventuali contatti con calore o inquinanti ambientali che potrebbero essere dei fattori di rischio. Su queste basi poi elaboriamo una consulenza specializzata per gli screening e le visite. L’attività del medico del lavoro competente non si deve limitare solo alla sorveglianza sanitaria “ex lege” ma anche alla promozione della salute all’interno delle aziende”.
“Siamo felici di poter ospitare e di essere una delle aziende pilota con questo innovativo progetto di welfare”, affermano Ivano Fistani e Aldo Pizzolato, i fondatori dall’azienda Arredo 3. “In un periodo in cui si parla di denatalità, inquinanti ambientali, poca attenzione alla salute dei dipendenti, crediamo in un’inversione di rotta e un’attenzione sul tema e un modo nuovo di fare informazione e welfare in modo attivo e coinvolgente”.


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