Prototipi di scuole circolari che costruiscono comunità, la visione di C+S Architects diventa realtà: approvati gli studi di fattibilità delle due scuole materne e nido di Venaria Reale, ora si sta lavorando ai progetti esecutivi. Il Comune in provincia di Torino, ha infatti affidato allo studio C+S Architects di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini la progettazione di due scuole dell’infanzia in sostituzione di strutture esistenti: la scuola dell’infanzia Don Sapino, che affaccia sulla Reggia di Venaria Reale e il centro infanzia Andersen all’interno del giardino del quartiere APC Fiordaliso. Il primo step burocratico è stato quello dell’approvazione degli studi di fattibilità tecnico-economica e dell’affido della progettazione definitiva-esecutiva. I progetti sono già finanziati, il budget per ora investito è di sei milioni di euro.
Firmati dallo studio con sede tra Treviso e Londra e recentemente premiato come miglior studio di architettura italiano, i progetti per la scuola materna (con funzioni anche di asilo nido) Andersen e per l’asilo nido Don Sapino a Venaria Reale sono prototipi di scuole circolari che lo studio ha sviluppato nell’ambito del proprio programma di ricerca sulla progettazione scolastica. Insieme alla scuola primaria di Conegliano (in provincia di Treviso) e alla scuola secondaria di Cervignano del Friuli (in provincia di Udine) propongono infatti nuovi modelli spaziali per tutto il percorso scolastico.
Cappai e Segantini lavorano da più di vent’anni su progetti di edilizia scolastica, dal 1998, quando hanno realizzato il loro primo complesso scolastico a Caprino Veronese. Le loro scuole sono conosciute a livello internazionale, sono state utilizzate come best-practice per scrivere le linee guida del MIUR e sono state esposte alla 15° Biennale di Architettura di Venezia. Tutte le loro scuole sono edifici Nzeb (Nearly zero energy building, ovvero ad elevata efficienza energetica). Inoltre, sono stati sperimentati nuovi layout scolastici circolari, differenti per le tre fasi di crescita dei ragazzi: per i bambini della materna le strutture sono in legno e costruiscono un rapporto speciale con il giardino; nella scuola primaria la struttura è sospesa lasciando l’ingresso alla luce zenitale per stimolare l’esplorazione; nelle scuole secondarie la struttura disegna la socialità grazie a una piazza coperta dove si affacciano tutti gli spazi della scuola. Innovativo anche il procedimento di costruzione: un kit di montaggio permette di costruire l’edificio “a secco” e smantellarlo a fine vita riciclandone i materiali costruttivi, che sono il legno per le parti strutturali e il sughero per i pavimenti.
“Sono un architetto e una mamma”, spiega Maria Alessandra Segantini. “Ai miei ragazzi ho sempre chiesto di inseguire i loro sogni mettendo insieme avventura e perseveranza. Oggi, questi progetti di scuole mi permettono di realizzare uno dei miei sogni: quello di regalare esperienze speciali a tutti i bambini del mondo. Le donne da sempre lavorano silenziosamente per far progredire ma anche a preservare la specie. Così ho sperimentato layout scolastici circolari e un kit di montaggio che permette di smantellare l’edificio a fine vita riciclando i materiali costruttivi e diminuendo così l’impatto sul pianeta”.
Oltre a Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, hanno lavorato al progetto Stefano Di Daniel (Project Manager) C+S Architects, Anamika Gupta, Alice Cecchini, Roman Joliy e Ana Paula Tosetti Sapia (C+S Architects), lo studio New Engineering, esperto per la progettazione di strutture in legno, che segue anche la parte impiantistica e lo studio Flooer per le immagini.
“In qualità di architetti e ricercatori, riconosciamo alle scuole un importante ruolo di politico, dal greco polis, comunità, allo spazio della scuola, che deve diventare un punto di riferimento della comunità”, dichiara Carlo Cappai. “In questi progetti, seppur con forme diverse, abbattiamo i muri disegnando scuole completamente trasparenti, che diventano metafore per la costruzione di una comunità aperta, multietnica e multiculturale. Abbiamo concepito questi edifici scolastici immaginando la possibilità di realizzare spazi che possano essere usati da tutta la comunità, in tempi diversi e adattabili ad accogliere eventi diversi: recite teatrali o musicali, cucinare o fare sport insieme. Le due scuole dell’infanzia si trasformano facilmente in poli culturali trasparenti e porosi che stimolano la curiosità e lo scambio di esperienze e conoscenze”.
LA SCUOLA DELL’INFANZIA DON SAPINO
IL PARCO DI VENARIA REALE
L’area progetto per la nuova scuola dell’infanzia Don Sapino occupa circa 8.300 metri quadri, dove insiste attualmente una scuola dell’infanzia a tre sezioni che verrà demolita. La particolarità del lotto consiste nella sua posizione sul confine del Parco di Venaria Reale, una delle residenze sabaude parte del Patrimonio Unesco dell’Umanità dal 1997. Per definizione le scuole sono edifici altamente specializzati che il progetto può riuscire a rendere ibridi, trasparenti e fluidi in alcune parti e restituire parte dello spazio alla comunità che vi ruota intorno, oltre l’orario scolastico. Pensare la nuova scuola materna Don Sapino come una scuola aperta alla comunità, un hub ibrido a metà tra scuola e centro civico permette di potenziare anche la sua prestigiosa collocazione vicino alla Reggia e diventare un potenziale punto di riferimento eventi informali che ruotano intorno alla Reggia.
UN PADIGLIONE A PIANTA CIRCOLARE
Più che una scuola materna, la nuova Don Sapino sarà un padiglione a pianta circolare immerso in un nuovo giardino di alberi da nocciole, tipici della zona. All’interno saranno potenziate tutte quelle funzioni che permetteranno di utilizzare la scuola da parte della comunità anche oltre l’orario scolastico. La scuola dell’infanzia si sviluppa in un unico livello. Un livello superiore è previsto ad uso delle associazioni, con spazi e una terrazza eventualmente utilizzabili anche dalla scuola dell’infanzia. Il piano terreno ospita tre sezioni con corrispondenti servizi igienici, insieme ad una serie di spazi flessibili, che utilizzano il grande spazio dell’atrio di ingresso. Un piccolo palco, leggermente sopraelevato divide l’atrio/anfiteatro dalle sezioni. Sui lati dello stesso gli spazi di servizio, la cucina, gli spazi per gli insegnanti e il personale ATA. La scuola è disegnata per garantire il massimo della flessibilità nell’organizzazione degli spazi, cioè permette alle insegnanti di lavorare con bambini di uno stesso gruppo o in modo verticale con bambini di età diverse. Le aule stesse sono infatti dotate di sistemi di apertura che consentono la relazione degli spazi. La struttura esterna permette il controllo dei raggi solari e l’apporto gratuito del calore nei mesi invernali.
IL PARCO
Il rapporto diretto con l’esterno permette inoltre di rendere consistente la relazione dei bambini con lo spazio del parco, elemento ritenuto fondamentale dalle più avanzate teorie sullo sviluppo evolutivo della prima infanzia. Infatti, il nuovo edificio, con un impianto planimetrico circolare, cerca la relazione con il parco: un’orditura strutturale in legno disegnata da elementi inclinati, che diventa anche il brise-soleil dell’edificio. Le strutture verticali supportano un sistema di travi reticolari in legno e acciaio che, a loro volta sostengono tutti i solai del primo piano, lasciando al piano terra una completa permeabilità con il giardino. L’edificio si dispone nella seconda radura del giardino. È stato deciso di non tagliare alcuna delle alberature di pregio del lotto. Il progetto prevede inoltre la posa di filari di alberi da frutto (con semine antiche ed autoctone) posti tra l’edificio e il confine, secondo la tradizione del parco di Venaria Reale. Una volta demolita la scuola esistente, nella radura verrà ricavato un piccolo spazio per fare lezione all’aperto. Il resto del lotto verrà piantumato con alberi da frutto locali: noccioli, peri e meli, mentre nel lotto limitrofo, sempre di proprietà comunale, potrebbero essere previsti orti urbani, anche ad uso della scuola.
I MATERIALI
La struttura complessa dell’edificio, sia verticale che orizzontale, verrà realizzata in legno. I pavimenti interni saranno realizzati in sughero. Ambedue i materiali sono riciclabili, cosí come il vetro dei tamponamenti. La struttura può essere pensata completamente a secco e quindi smontabile a fine del ciclo di vita dell’edificio. La riciclabilità è parte del DNA del parco di Venaria Reale, che questo progetto rintraccia anche nella forma circolare ripensando al Tempi di Diana e il padiglione dei Giochi della Reggia. Il progetto prevede un consistente e coordinato ricorso a fonti energetiche rinnovabili. La disponibilità di ampie superfici di copertura permetterà l’installazione di un’estesa superficie di pannelli fotovoltaici. L’obiettivo è perseguito attraverso la realizzazione di un involucro edilizio altamente performante e di un sistema impiantistico in grado di minimizzare i fabbisogni energetici, permettendo la realizzazione di un edificio in classe energetica “NZEB”.
IL CENTRO INFANZIA ANDERSEN
LA LOCATION
L’area dove è prevista la costruzione della nuova scuola dell’infanzia Andersen interessa una porzione di circa 6000 metri quadri, dove insiste attualmente una scuola dell’infanzia a cinque sezioni (due sezioni di asilo nido e tre di materna), che verrà demolita. La particolarità del lotto consiste nella sua posizione al centro del complesso residenziale denominato Quartiere Fiordaliso di proprietà di APC Agenzia Territoriale per Casa Piemonte. Collocata vicino al nuovo asse di Via Marchese, che l’amministrazione comunale considera la spina dorsale per lo sviluppo di un sistema integrato di spazi verdi e servizi di Venaria Reale, la scuola è pensata come una “spirale” che va dalla città allo spazio intimo del bambino, lo protegge, ma allo stesso tempo lo ispira e quindi può anche essere vista in senso opposto: ovvero come il percorso educativo che guida il bambino ad essere parte di una comunità.
UN PADIGLIONE NEL GIARDINO
Il concept propone un grande tetto a falde che circonda una corte centrale porticata che diventa il fulcro del centro infanzia, condiviso tra scuola dell’infanzia e nido. Le due scuole hanno aree di pertinenza specifiche ai lati opposti dell’ovale e sono disegnati per restare aperti alla comunità oltre l’orario scolastico. La nuova Andersen è pensata come un padiglione immerso in un nuovo giardino. Il nuovo edificio, con un impianto planimetrico circolare sviluppato intorno a una corte centrale, è allo stesso tempo intimo, perché un muro in terra cruda lo difende dall’esterno creando un recinto e pubblico perché tutti gli spazi si affacciano verso la piazza/giardino centrale. Una scansione regolare di pilastrini binati in legno e vetrate scorrevoli ritma lo spazio del portico che disegna la soluzione di continuità tra esterno ed interno. Tra i pilastrini binati si innesta una capriata rovescia che scandisce il ritmo dello spazio interno in copertura, liberandolo dalla presenza di strutture verticali e rappresentando spazialmente quella fluidità che caratterizza la società contemporanea. È il concept strutturale che dà sostanza a una scuola senza muri. La copertura a falde, in zinco, è disegnata dalle costolature della struttura e diventerà la cassa sonora per il suono della pioggia. È stato deciso di non tagliare alcuna delle alberature di pregio del lotto. Il giardino verrà disegnato da piccole differenze di quota e piantumato con orti urbani, anche ad uso della comunità.
I MATERIALI
La struttura complessa dell’edificio, sia verticale che di copertura, verrà realizzata in legno, con una doppia serie di pilastrini accoppiati e un sistema di capriate rovesce e pannelli X-LAM che liberano lo spazio interno della scuola. I pavimenti interni saranno realizzati in sughero. Ambedue i materiali sono riciclabili. La struttura è pensata completamente a secco e quindi smontabile a fine del ciclo di vita dell’edificio. L’obiettivo è perseguito attraverso la realizzazione di un involucro edilizio altamente performante e di un sistema impiantistico in grado di minimizzare i fabbisogni energetici, permettendo la realizzazione di un edificio in classe energetica “NZEB”.