Da poco è stata celebrata la Giornata Mondiale del Sonno: è noto come nella medicina del sonno ci siano periodicamente novità che introducono miglioramenti nella diagnostica e nelle terapie ma raramente sono innovazioni radicali. Oggi per il trattamento di un disturbo molto comune quale l’insonnia cronica è disponibile una reale importante novità: il nuovo trattamento farmacologico con il principio attivo Daridorexant.
Per questo specifico trattamento è necessario essere seguiti da neurologi specialisti del sonno appositamente formati e per questo Sonnomedica, centro medico privato nato a Milano nel 2006 e dedicato esclusivamente alla cura dei disturbi del sonno (https://www.sonnomedica.it/), ha sviluppato SLEEP-Q, un nuovo percorso dedicato per raggiungere i migliori risultati.
È noto che l’insonnia è una delle patologie del sonno più comuni, interessando dal 6 al 12% della popolazione occidentale. Chi ne soffre, oltre a problemi notturni caratterizzati da difficoltà di addormentamento e/o di mantenimento della continuità del sonno, ha spesso significative ripercussioni anche sui livelli di performance psicofisica diurna e, dunque, sulla qualità di vita in generale.
Questo succede in particolare quando l’insonnia diventa cronica, ovvero si caratterizza per sintomi che ricorrono per almeno 3 giorni a settimana da almeno 3 mesi. Per trattare questo disturbo le linee guida internazionali stabiliscono che l’intervento di prima scelta per la gestione dell’insonnia sia di tipo non farmacologico, basato cioè su un percorso psicoterapico che, nel suo complesso, prende il nome di terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBTi, Cognitive Behavioural Therapy for Insomnia).
In molti casi, tuttavia, si rende necessario l’utilizzo di farmaci. Sino ad oggi, le categorie farmacologiche più diffuse per il trattamento dell’insonnia sono quelle delle benzodiazepine e delle cosiddette z-drug (zolpidem, zopiclone), il cui utilizzo deve però essere limitato a brevi periodi, a causa del rischio connesso di tolleranza e dipendenza.
Per tale motivo molti specialisti, per il trattamento dell’insonnia nella sua forma cronica, ricorrono off-label ad altre categorie di farmaci, primi fra tutti gli antidepressivi, che in alcuni casi si sono dimostrati efficaci nello stabilizzare la qualità del sonno notturno in pazienti adeguatamente selezionati.
Negli scorsi mesi è stato approvato un nuovo farmaco che, grazie a caratteristiche farmacologiche innovative, permette di superare diversi problemi legati ai comuni farmaci per l’insonnia. Daridorexant (Quviviq ®), da poche settimane disponibile anche in Italia, è il primo farmaco ad avere una specifica indicazione al trattamento dell’insonnia cronica: esso è infatti indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da insonnia caratterizzata da sintomi presenti da almeno tre mesi e con un considerevole impatto sulla funzionalità durante il giorno.
L’innovativo meccanismo d’azione si basa sulla modulazione di un peculiare neuropeptide, l’orexina, che viene prodotta in un’area del cervello denominata ipotalamo. L’orexina svolge varie azioni fisiologiche, tra cui la regolazione del ritmo sonno-veglia, l’appetito e l’apprendimento. Nello specifico, essa è fondamentale nel promuovere la veglia; livelli alterati di orexina si riscontrano in diverse patologie del sonno, tra cui la narcolessia, dove la soppressione di questo neuropeptide determina una netta riduzione della veglia e dunque quadro di ipersonnia centrale.
Daridorexant è il risultato di un lungo studio su molecole denominate DORA (Dual Orexin Receptor Antagonists, antagonisti duali dei recettori dell’orexina), che agiscono riducendo l’attività dell’orexina. Il meccanismo innovativo della molecola non è dunque quello di indurre artificialmente il sonno, ma di inibire la veglia. Studi clinici su popolazione adulta hanno dimostrato come daridorexant sia efficace nel ridurre il tempo necessario per l’addormentamento e il numero di risvegli infrasonno, con il vantaggio di non avere effetti residui il giorno dopo; al contrario, daridorexant sarebbe in grado di migliorare anche i sintomi diurni associati all’insonnia.
L’indicazione al trattamento e la sua durata devono essere stabiliti dallo specialista previa una approfondita valutazione clinica così come le dosi raccomandate da assumere. Ad oggi sono disponibili i dati clinici fino a 12 mesi di trattamento continuativo.