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La startup che trasforma i rifiuti industriali in risorse

Ad ogni produzione segue un suo scarto ma, allo stesso tempo, ogni scarto ha un suo valore. Ebbene sì, nel mondo in cui stiamo vivendo segnato da crisi climatiche ed economiche è bene realizzare che ogni tipo di rifiuto può al contempo essere una risorsa e quindi avere un valore, non un costo. Su questo principio si basa Cyrkl, un marketplace B2B che mette in contatto aziende produttrici tra di loro e/o con riciclatori.

Basato sui principi dell’economia circolare, la piattaforma consente alle aziende di caricare annunci dei propri rifiuti per trovare soluzioni di gestione migliori dal punto di vista sia economico che ambientale.

Il processo è molto semplice, attraverso una registrazione gratuita l’azienda può inserire un numero illimitato di annunci che dovranno contenere tutte le informazioni relative al rifiuto in vendita (quantità, localizzazione, foto, codice CER, caratteristiche, ecc.). Attraverso un sistema di intelligenza artificiale l’annuncio verrà visualizzato da tutti i compratori interessati presenti sulla piattaforma in modo tale da fare incontrare domanda e offerta nel modo più trasparente possibile.

I rifiuti all’asta: una nuova frontiera per l’economia circolare

Cyrkl offre ai suoi utenti la possibilità di vendere gli scarti attraverso due diverse tipologie di inserzioni o sotto forma classica o sotto forma di asta. Con la prima opzione, tramite l’inserimento di un annuncio gratuito, le aziende possono sfruttare i sistemi automatici del marketplace per ricevere delle manifestazioni d’interesse per i propri prodotti. Nel secondo caso, la creazione di un’asta consente di ottenere il miglior prezzo di mercato, nel minor tempo possibile. La vendita tramite asta è supportata da esperti di rifiuti che si attivano per ricercare quante più controparti possibili interessate all’acquisto supportando l’intelligenza artificiale. Scegliendo questo tipo di vendita il compenso per il lavoro svolto è pari all’1.5% del prezzo di vendita e viene richiesto solo successivamente all’effettiva vendita del materiale.

Non solo rifiuti

I materiali caricati sulla piattaforma non sono solo rifiuti. Cyrkl infatti consente alle aziende di inserire anche sottoprodotti, materie prime seconde, materiali riciclati o macchinari usati. La varietà di materiali permette di migliorare la circolarità delle risorse a 360 gradi facendo incontrare domanda e offerta il più possibile.

Per rendere più semplice la loro ricerca i materiali sono divisi per categoria e sottocategoria. Ad esempio i bancali sono una sottocategoria del legno, l’HDPE una sottocategoria della plastica e via dicendo.

Ogni utente che naviga sulla piattaforma può filtrare i materiali per categoria, sottocategoria ma anche posizione geografica, quantità e trasporto.

Cyrkl conta oltre 14.000 aziende

Nata nel 2019 a Praga la startup sull’economia circolare è riuscita a coinvolgere oltre 14.000 aziende in tutta Europa, un numero che continua a salire e che è visibile nella homepage di Cyrkl. Il marketplace è accessibile in tutto il mondo e ha registrato utenti in 126 paesi diversi, tra questi la piattaforma ha referenti specifici in 13 Paesi europei, come Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia, Polonia, Austria, Germania, Svizzera, Francia, penisola iberica, Regno Unito e Ungheria. Complessivamente l’azienda impiega circa 70 dipendenti fortemente motivati a migliorare la circolarità delle risorse e l’attuale inefficace sistema di gestione dei rifiuti.

I dipendenti di Cyrkl, oltre a coadiuvare l’efficienza della piattaforma, forniscono consulenze dettagliate alle aziende. Le consulenze spaziano dall’ottimizzazione della gestione dei rifiuti all’approvvigionamento di risorse che siano più sostenibili (o green sourcing), a seconda delle esigenze delle aziende interessate i consulenti sviluppano soluzioni concrete ad hoc.
Casi studi precedenti svolti da Cyrkl hanno mostrato come una più efficiente gestione dei rifiuti non solo porti a degli ingenti risparmi ambientali ma anche risparmi economici che possono arrivare fino al 45% dei costi di gestione.

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