Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISTAT, ad aprile 2022 si è registrato un calo nel numero di occupati/e, rispetto al mese precedente, e una crescita di quello delle persone inattive. In particolare è emerso come l’occupazione sia diminuita dello 0,1%, pari a -12mila unità, per le donne, gli autonomi e le persone di età compresa tra i 35 e i 49 anni. Specularmente all’occupazione, si osserva un calo nel numero di persone in cerca di lavoro dello 0,8%, pari a -17mila unità rispetto a marzo, soprattutto tra gli uomini, gli under35 e gli ultracinquantenni. L’aumento del numero di persone inattive tra i 15 e i 64 anni, che si attesta sullo 0,3% (pari a +34mila unità), coinvolge entrambi i sessi e tutte le classi di età. Il tasso di inattività sale al 34,6% (+0,1 punti). Questa fotografia ci aiuta a capire come la fascia compresa tra i 35 e i 49 anni e quella di ultracinquantenni siano tra le più esposte al rischio di inoccupazione.
Se volessimo approfondirne le cause, potremmo certamente supporre che un ruolo importante sia giocato dal timore, da parte dei datori di lavoro, di investire nella formazione di persone adulte che non hanno competenze specifiche in determinati ambiti e che, magari impiegheranno un tempo troppo lungo per acquisirle rispetto all’arco temporale lavorativo o le necessità dell’impresa.
Un aspetto che ancora oggi non viene adeguatamente considerato e che invece rappresenta un’importante risorsa nel mercato del lavoro, è il riconoscimento e la valorizzazione di quanto sia stato appreso e utilizzato nel corso della propria vita a livello personale e professionale. Sempre di più, infatti, le competenze trasversali, quali saper comunicare, lavorare in gruppo, prendere decisioni, assumere rischi, ecc…rappresentano il vero valore aggiunto per affermarsi nel lavoro e nella società.
Su questo presupposto è nato e si sta sviluppando TRANSVAL-EU Validation of transversal skills across Europe. Finanziato dal programma ERASMUS + Misura KA3, il progetto si propone di sperimentare, in cinque Paesi pilota (Austria, Italia, Lituania, Polonia e Belgio), approcci innovativi per la validazione degli apprendimenti non formali e informali, in particolare relativi alle competenze trasversali acquisite dalle persone adulte lungo l’arco della propria vita e proponendosi come uno dei più grandi esperimenti politici in tale tema.
TRANSVAL-EU è realizzato da un importante e ampio partenariato europeo che vede coinvolti 16 Partner da 7 paesi (Austria, Belgio, Polonia, Italia, Lituania, Danimarca e Francia). A rappresentare l’Italia sono ARPAL Umbria (Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro), FORMA.Azione (Ente di formazione, apprendimento e orientamento per adulti) e Pluriversum (Società di consulenza specializzata nel campo dell’orientamento e dei servizi dell’impiego). Capofila del progetto è OeAd (Agenzia Austriaca per l’Istruzione e l’Internazionalizzazione), insieme a università, centri di formazione, sindacati e autorità pubbliche dei paesi partner.
Il progetto, attraverso la professionalizzazione del personale che opera nei servizi di validazione e orientamento, intende aumentarne l’efficacia e la capacità di raggiungere soggetti adulti prevalentemente disoccupati o non impiegati, quali beneficiari diretti del processo di riconoscimento e validazione, così da consentire loro maggiori e migliori opportunità professionali e di impiego. Il fine ultimo è quello di raggiungere il medesimo grado di consapevolezza e azione sul tema a livello europeo assicurando il riconoscimento di un giusto ruolo nella società e nel lavoro alle persone coinvolte.
A supporto del valore che le competenze trasversali ricoprono nella vita lavorativa della persona, la Camera dei Deputati ha approvato a grandissima maggioranza, lo scorso gennaio, la proposta di legge presentata dall’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà volta ad introdurre l’apprendimento delle “competenze non cognitive” nella scuola italiana attraverso una sperimentazione nazionale triennale che dovrebbe avere inizio nell’anno scolastico 2022-2023.
“Riuscendo ad integrare tutto questo” afferma Sylvia Liuti – socia di FORMA.Azione – “avremo da un lato i/le giovani che imparano a valorizzare tali competenze già durante il percorso scolastico, mentre le persone adulte potranno farlo attraverso percorsi dedicati al cui termine sia prevista un’attività di validazione consolidata e uniforme a livello europeo: questo accrescerebbe sicuramente il potenziale di occupabilità”. “Il nostro ruolo, in quanto ente di formazione” continua “è proprio quello di promuovere un’attenzione su tali competenze e di acquisire, in quanto professionisti/e del settore, sistemi di valutazione e validazione adeguati, nonché capacità specifiche per sollecitare nelle persone adulte l’abilità di riconoscerle e farle valere in ambito lavorativo, oltre che nella vita personale” conclude.
Il primo meeting internazionale di questo progetto pioneristico si è tenuto in Italia, a Perugia, lo scorso maggio. La due giorni organizzata in forma di apprendimento tra pari è stata un importante momento di scambio e confronto sulle buone pratiche messe in atto in Europa, per quanto riguarda la valutazione e validazione delle competenze cosiddette trasversali così da rafforzare il dialogo e il confronto a livello europeo tra i diversi paesi, riducendo le differenze e favorendo le condizioni per un effettivo mercato del lavoro transnazionale, anche al fine di accrescere l’occupazione.
“A livello europeo, l’importanza della validazione degli apprendimenti trasversali è ormai evidente, anche se è ancora difficile da rendere chiara” riferisce Julia Walder – rappresentante dell’Agenzia Austriaca per l’Istruzione e l’Internazionalizzazione. “Lavorare insieme ad esperti/e provenienti da vari Paesi europei ci consente di imparare dai differenti contesti e comprendere come offrire alle persone adulte l’opportunità di saper valutare e riconoscere le proprie competenze non formali” conclude.
La sperimentazione di approcci innovativi per il riconoscimento degli apprendimenti non formali ed informali, acquisiti dalle persone lungo l’arco della propria vita è, infatti, agli albori ed è per questo che gli spazi di confronto come quelli previsti dal progetto TRANSVAL-EU, sono indispensabili a chi si occupa di formazione per adulti, di orientamento al lavoro e di politiche attive per il lavoro.
“Dalla nostra esperienza di Società specializzata nell’ambito dell’orientamento al lavoro presso i Centri per l’Impiego pubblici in Toscana, posso affermare che il servizio di individuazione e validazione delle competenze trasversali è davvero una frontiera in questo ambito in quanto, in futuro, le persone avranno sempre più bisogno di supporto nel ri-orientamento e nella costruzione del loro progetto professionale” dichiara Giulio Iannis – Socio Fondatore e Amministratore Delegato di Pluriversum.
Durante l’incontro, Giselheid Wagner – Vice-direttrice dell’Accademia Austriaca per l’Educazione Continua per adulti, ha presentato lo strumento per la validazione delle competenze trasversali sviluppato proprio all’interno della sua organizzazione e del quale ha condiviso le potenzialità e discusso con il gruppo la replicabilità e trasferibilità in altri paesi.
“Il progetto consente di identificare le competenze trasversali che gli adulti hanno sviluppato nel corso della vita e che, magari, non sanno nemmeno di possedere. Si tratta di un’occasione di empowerment, ma anche un’opportunità che aiuta le persone adulte a trovare un posto di lavoro migliore o a riposizionarsi sul mercato: vorremmo che il progetto fosse utile proprio a questo scopo”.
Il ruolo di professionisti e professioniste è, dunque, fondamentale in quanto consente di sollecitare la capacità nelle persone di riconoscere che tali competenze possono essere utilizzate in qualsiasi ambito lavorativo, proprio perché non tecniche, ma anche nella sfera personale. Le competenze trasversali di cui parliamo riguardano infatti l’ambito della comunicazione, della relazione interpersonale, della presa di decisioni, della definizione delle priorità nell’organizzazione di vita e del lavoro.
Nel corso delle sperimentazioni che verranno effettuate a livello nazionale in cinque paesi europei, le competenze trasversali che si andranno a identificare, valutare e validare saranno: usare la comunicazione orale in una o più lingue; comunicare con le tecnologie digitali; costruire un percorso di carriera; sviluppare le competenze e il proprio profilo; risolvere problemi e reagire di fronte alle incertezze; gestire le informazioni e il pensiero critico; gestire e organizzare attività; cooperare e promuovere la cooperazione; gestione delle risorse; tenere in considerazione norme professionali, sociali e culturali; usare la comunicazione scritta in una o più lingue; usare l’autoriflessione. Tali competenze sono state individuate e selezionate in quanto maggiormente efficaci per la riattivazione della persona e la sua re-inclusione nel mondo del lavoro, in quanto competenze di uso quotidiano nell’ambito lavorativo e non solo, nonché capaci di dimostrare che la persona è in grado di sapersi migliorare e continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita.
“Questo progetto riveste per noi un’importanza molto elevata” afferma Francesco Giovagnoni – Coordinamento Territoriale Servizi dei CPI – ARPAL Umbria “poiché si tratta di un ambito tutto da esplorare e da implementare nel nostro Paese. Nel quadro italiano, infatti, ognuna delle 21 regioni e le 2 province autonome hanno sostanzialmente un proprio quadro di riferimento. Dobbiamo rendere omogeneo tale quadro a livello nazionale e in seguito uniformarlo necessariamente a livello europeo” riflette. “In particolare, in Umbria abbiamo un sistema di individuazione, messa in trasparenza, validazione e certificazione delle competenze professionali, ma non è stato ancora esplorato l’ambito della validazione delle competenze trasversali, sempre più importante in tutti i lavori e nell’orientamento professionale degli/delle utenti dei centri per l’impiego” conclude.