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Mancano 2mila tecnici di laboratorio: utilizzare al meglio il PNRR


A Bologna il Primo Convegno Nazionale dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, in prima linea durante la pandemia. Dal 4 al 6 giugno 2022

Sono circa 440 i Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico iscritti all’Ordine delle Professioni Sanitarie TSRM – PSTRP di Bologna, secondi per numero solo ai fisioterapisti, e 30mila sul territorio nazionale: sono loro che si occupano delle indagini diagnostiche di laboratorio, eseguendo le analisi di campioni biologici, in primissima linea durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Numeri impressionanti, che però la pandemia ha reso insufficienti: il fabbisogno futuro è di almeno 2mila unità in più. Da sabato 4 a lunedì 6 giugno saranno circa 400 quelli riuniti a Bologna (Hotel Savoia Regency, via del Pilastro, 2) per il primo Convegno Nazionale, dal titolo “Professionisti Sanitari e PNRR: starting up TSLB”, che si propone di sintetizzare le prospettive offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sulle progettualità innovative e di sviluppo già note prima dell’emergenza Covid 19, ma fino ad allora confinate nel campo teorico, ed esplose sul piano pratico e operativo a partire da febbraio 2020.

La scelta di Bologna non è casuale: qui infatti sorgono alcune strutture d’eccellenza, come il LUM Laboratorio Unico Metropolitano dell’Azienda Sanitaria, la struttura che dal 2014 risponde a tutte le richieste di esami di patologia clinica dei cittadini di Bologna e provincia e raccoglie i campioni provenienti da tutti i Punti Prelievo situati presso ospedali e ambulatori di Bologna e provincia, primo in Europa per volumi di attività con 22 milioni di test all’anno, e tecnologie d’avanguardia, con investimenti per 18 milioni di euro. E ancora alcune importanti banche dei tessuti – delle cornee, del tessuto muscolo scheletrico, dei vasi e valvole, del sangue cordonale e biobanca – istituite dalla Regione presso le strutture ospedaliere della città, dall’Ospedale Maggiore all’Istituto Ortopedico Rizzoli al Sant’Orsola, dove operano TSLB altamente specializzati che lavorano in team con altri professionisti sanitari per valutare la qualità dei tessuti donati e certificarne la sicurezza ai fini del trapianto. Infine, ma non per importanza, il TUM, Trasfusionale Unico Metropolitano, con 50 Tecnici operanti nei laboratori di lavorazione degli emocomponenti, validazione biologica, immunoematologia e medicina rigenerativa.

“Nelle aree di laboratorio, le innovazioni organizzative e tecnologiche procedono di pari passo – dice Saverio Stanziale, Presidente della Commissione d’Albo Nazionale dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico. – Quello che emerge in maniera sempre più importante è l’esigenza del “laboratorio centrato sul paziente”: l’analisi dei big data sanitari, l’utilizzo di tecnologie digitali innovative, la valorizzazione e il potenziamento della ricerca biomedica mettono le basi per una vera e propria rivoluzione in campo sanitario, verso una diffusione sempre più capillare della telemedicina e dei nuovi modelli assistenziali destinati a tradursi in un ricorso sempre più ridotto all’ospedalizzazione e incentrati sul concetto di cura della persona che sarà sempre più affidata all’assistenza territoriale e domiciliare”.

L’obiettivo, anche per i TSLB, è quello di realizzare una diagnostica di base territoriale che preveda un board multiprofessionale dove il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico avrà un ruolo fondamentale.

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