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Assegno Universale Unico. Dopo l’infanzia, anche la “non autosufficienza”?

Se l’Assegno Unico Universale ha razionalizzato gli strumenti volti a sostenere la natalità, uno strumento simile potrebbe essere introdotto anche a sostegno delle persone bisognose di assistenza. Oggi il 5,2% della popolazione (oltre 3 milioni di persone) soffre di gravi limitazioni che impediscono di svolgere attività abituali. Ad esserne più colpiti gli anziani (1,5 milioni), il 22% degli over 65.
Nel III Rapporto annuale sul lavoro domestico, DOMINA ha analizzato l’impatto del sistema Long Term Care all’italiana, composto da diversi benefici economici a fondo perduto.
Le indennità di accompagnamento sono prestazioni monetarie erogate a invalidi civili, ciechi civili e sordomuti, e il numero di prestazioni in pagamento alla fine del 2019 è di circa 2.028 mila unità, per una spesa che ammonta attorno allo 0,8% del PIL. L’INPS ha reso pubblici anche gli ultimi dati relativi all’indennità di accompagnamento vigenti all’1.1.2021, in questo periodo abbiamo 2.164 mila unità con un importo medio di 498 euro. La somma di tutte le indennità di accompagnamento ammonta a circa 14 miliardi.
La seconda voce da considerare per la gestione della non autosufficienza è data dalle prestazioni sanitarie Long Term Care (LTC) che comprende l’insieme delle prestazioni sanitarie erogate a persone non autosufficienti che necessitano di assistenza continuativa. Per il 2019, la spesa è pari a 12,4 miliardi di euro, pari allo 0,7% del PIL.
Infine la terza voce di spesa “gli interventi socio-assistenziali per le persone non autosufficienti” accoglie un insieme di prestazioni eterogenee, prevalentemente in natura, erogate a livello locale per finalità socio-assistenziali rivolte ai disabili e agli anziani non autosufficienti. Per il 2019, la spesa pubblica relativa all’insieme delle prestazioni per LTC, di natura non sanitaria e non riconducibili alle indennità di accompagnamento, è stimata in 0,27 punti percentuali di PIL.
Al fine di riordinare le risorse esistenti, DOMINA – Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, firmataria del CCNL di categoria ha illustrato alle Istituzioni la proposta dell’Assegno Unico Universale per la Non Autosufficienza. Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA: “Analogamente a quanto fatto per le risorse destinate all’infanzia, questo strumento consentirebbe di razionalizzare e rendere più eque le risorse destinate alle persone non autosufficienti”.
Per calcolare il costo necessario a sostenere questa misura, consideriamo il costo attuale (circa 16 mila euro) di un lavoratore CS (Assistente a Non Autosufficiente) convivente per 54 ore a settimana ed il numero totale di beneficiari dell’assegno di accompagnamento (2,1 milioni). Il costo totale sarebbe quindi di circa 35 miliardi di euro. Attualmente la gestione dei costi per l’assistenza ricade principalmente sulle famiglie.
Bisogna però considerare che, con la creazione di 2 milioni di posti di lavoro regolari, lo Stato riceverebbe un gettito netto di 2,5 miliardi annui (3,5 miliardi, meno 1,0 di deduzioni e bonus 3/2020). Quindi il costo effettivo di questa manovra potrebbe aggirarsi intorno ai 32,5 miliardi di euro, non molto superiore rispetto alla spesa attuale per Long Term Care.

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