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Cibo ed emozioni: tra energia, gioia e felicità

Credits: Karina MendozaIl cibo è vita, conforto e speranza, valori che meritano di essere ricordati sempre, anche nei momenti più difficili. In occasione della Giornata Internazionale della Felicità, il prossimo 20 marzo 2022, Uber Eats presenta i risultati della prima ricerca su cibo, emozioni e sensazioni condotta con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su 1.200 persone tra i 20 e i 50 anni in Italia.

La ricerca è finalizzata ad analizzare come il cibo sia entrato sempre di più nella sfera emozionale delle persone e come sia capace di trasmettere sensazioni positive, in particolar modo quando c’è bisogno di ritrovare felicità e benessere attraverso le azioni quotidiane. Mangiare non significa soltanto consumare una pietanza per soddisfare l’appetito, ma rappresenta una vera e propria esperienza multisensoriale che abbraccia non solo il gusto, ma tutti e cinque i sensi. Pranzi, cene o semplici spuntini sono occasioni in grado di suscitare piacere e di coinvolgere le dimensioni dello spazio e del tempo.

Il cibo ideale? Nutriente e gustoso

Per il 56% degli intervistati il cibo conta ‘molto’, un elemento fondamentale che fa la differenza, sollecitando le sensazioni più disparate nel nostro umore e nei nostri palati. Quale significato viene attribuito all’atto del ‘mangiare’? Non il semplice appetito, ma il fatto di consumare cibi nutrienti e al tempo stesso gustosi, questo il significato più importante per il 71% degli italiani intervistati.

Come è noto, a differenza di altre culture del mondo, gli italiani prediligono il pranzo come pasto più importante della giornata (35%). Un elemento invece non del tutto scontato è il luogo in cui consumare il cibo, che in base ai dati emersi dalla ricerca pone ‘casa propria’ al primo posto (34%), al secondo la casa di amici o parenti (24%), seguita da locali o ristoranti (27%) e dall’opzione all’aperto (15%).

Una questione di scelte

Sebbene i valori nutrizionali (54%) o il fattore prezzo (49%) siano elementi importanti nel momento di scegliere una tipologia di cibo, la sensazione che più di altre ci spinge a prendere una decisione è il gusto (63%). Un’altra condizione che implica aspetti emotivi diversi è la modalità con cui si preferisce consumare il cibo. Il 41% degli intervistati preferisce consumare il pasto ordinando da casa, mentre il 25% preferisce mangiare fuori e il 22% opta per mettersi ai fornelli in cucina.

Perché ordinare a casa? Il vero protagonista del food delivery è la qualità del tempo. Il 67% ordina il cibo a domicilio per ‘evitare di cucinare in casa’ e così risparmiare tempo, mentre il 61% preferisce ‘evitare di prepararsi per uscire di casa’. Inoltre il 57% la ritiene una scelta più economica rispetto alle altre.

“Il fatto che la qualità del tempo emerga come un fattore chiave avvalora il nostro impegno quotidiano nel migliorare l’esperienza del food delivery, grazie ad un’esperienza d’acquisto immediata e a consegne rapide”, commenta Davide Tronzano, General Manager di Uber Eats Italia. “Gli italiani hanno un legame profondo con il cibo e il suo consumo ha un rapporto diretto con il territorio, l’economia, la cultura. E’ un momento che suscita forti emozioni, anche le più disparate. Il cibo è anche un simbolo di speranza e di pace, un conforto che vale la pena di celebrare e condividere, specie nei momenti più difficili della nostra storia e di quella di chi vive accanto a noi”.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Lo è di sicuro per quel 31% degli intervistati che considera il fattore estetico un elemento molto importante quando si tratta di alimenti, dove soltanto il 9% ha risposto che ‘non conta nulla’. Un piatto di colore caldo suscita prima di tutto ‘energia’ (54%), in secondo luogo ‘calore’ (47%) e infine sicurezza (39%), tutte sensazioni che evocano i nostri primi giorni di vita. Altra percezione quando si passa alle pietanze di colore freddo, che in questo caso ispirano ‘tranquillità’ (54%), ‘appagamento’ (47%) e contentezza (33%).

Il dilemma dolce o salato

Secondo gli intervistati il cibo dolce consente di esprimere ‘gioia’ con il 61% delle preferenze, seguito da ‘dolcezza’ (55%) e ‘consolazione’ (51%). Mentre il cibo salato è più facilmente associato alla ‘felicità’ (62%), sul podio assieme al ‘senso di rigenerazione’ (55%) e il relax (49%). Una categoria a parte è il cibo croccante che mentre viene consumato genera un senso di ricarica nel 59% dei casi, seguito dal ‘piacere’ (53%) e dalla ‘soddisfazione (46%).

Mangio quindi sono

Esplorando il mondo delle sensazioni, mentre si assapora un cibo ‘che piace’ quella dominante è la ‘felicità’ con il 71% delle preferenze, seguita dal ‘piacere’ (64%) e dalla ‘serenità’ (61%). In quanto alla tipologia di cibo o piatto maggiormente associato alla sensazione di felicità, la cioccolata la fa da padrona, sul podio con pizza e tiramisù, con la frutta in fondo alla classifica:

Cioccolato fondente
Pizza
Tiramisù
Pasta
Torta
Carne
Panino gourmet
Pesce
Frutta di stagione
Frutta secca

Il cibo, la pace dei sensi

Il profumo di dolci preparati dalla nonna, il piatto preferito o quello che più odiamo, uno dei sensi più arcaici nell’uomo è l’olfatto e il cibo ha una potente componente evocativa. Alla domanda ‘quali sensazioni può trasmettere l’odore di una pietanza’, la risposta che ha segnato più preferenze (61%) è ‘i ricordi felici legati al passato’, seguita da ‘la nostalgia dell’infanzia’ (56%) e ‘luoghi e persone legate a quel piatto’ (52%). Meno importanza viene data al senso del tatto, che il 36% degli intervistati considera poco importante. In quanto a parte del corpo più coinvolta nell’esperienza tattile legata la cibo al primo posto il palato (29%), seguito da labbra (25%) e mani (24%).

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