Le persone che assumono antidepressivi appartenenti agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), in particolare fluoxetina o fluvoxamina, possono avere meno probabilità di morire di COVID-19, rispetto alle persone che non assumono questi farmaci, secondo uno studio recente.
Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università della California, San Francisco (UCSF) e della Stanford University, è stato pubblicato nel Journal of the American Medical Association (JAMA) Open.
Il team di ricercatori per giungere alle sue conclusioni ha raccolto i dati di circa 500.000 pazienti, di cui 83.584 erano adulti infettati da COVID-19, tra gennaio e settembre 2020. Di essi 3.401 assumevano SSRI.
E’ emerso che i pazienti a cui era stata prescritta la fluoxetina avevano avuto il 28% in meno probabilità di morire rispetto a quelli che non stavano assumendo SSRI. Inoltre, coloro a cui era stata prescritta fluoxetina o fluvoxamina avevano avuto il 26% meno probabilità di morire. Coloro a cui era stato prescritto qualsiasi altro farmaco SSRI avevano avuto l’8% meno probabilità di morire.
Il gruppo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) è costituito da 6 molecole principali: Fluoxetina (Prozac, Fluoxerene, Fluoxetina), Fluvoxamina (Maveral, Fevarin, Dumirox), Paroxetina (Sereupin, Seroxat, Eutimil, Daparox), Sertralina (Zoloft, Tatig), Citalopram (Elopram, Seropram) ed Escitalopram (Entact, Cipralex).