Il concerto di Capodanno di Venezia celebra la rinascita del Teatro La Fenice

Nel 2004, otto anni dopo l’incendio che la sera del 29 gennaio del 1996 aveva distrutto il Teatro La Fenice, si stabilì che il giorno di Capodanno, alla Fenice di Venezia, sarebbe andato in scena un concerto come rappresentazione simbolica di una rinascita. Un concerto che, negli anni è diventato una tradizione tutta veneziana. L’idea venne ad Anna Elena Averardi, consulente per la cura dell’immagine del teatro veneziano, e fu subito accolta dall’allora direttore di Rai 1, Fabrizio Del Noce.

Dal, 2004 ogni primo dell’anno, il Concerto di Capodanno e l’orchestra e il coro de La Fenice entrano nei salotti di milioni di telespettatori. La scelta di Venezia di avere un Concerto di Capodanno poteva essere una sfida rischiosa: il Capodanno musicale è infatti legato all’evento che va in scena a Vienna. Un appuntamento, quest’ultimo, che risale al 1939, quando Clemens Krauss, direttore della Filarmonica della capitale austriaca, dedicò il primo concerto all’opera di Johann Strauss figlio, nella sala dorata del Musikverein. Da allora, forte del fascino del valzer e di composizioni memorabili, da “Sul bel Danubio blu” alla “Marcia di Radetzky”, quel concerto ha fatto dimenticare le atmosfere della guerra e dell’occupazione nazista dell’Austria e si è via via imposto all’attenzione mondiale.

Ma la volontà di Venezia era legata ad una voglia di rinascita del Teatro, di ripartenza dalle ceneri dell’incendio di quella Fenice che, da secoli, volava alto nel panorama musicale mondiale ospitando “star” della musica lirica e del melodramma, da Bellini a Donizetti, e poi Rossini, Verdi, Puccini e Mascagni, oltre a orchestrali ricercati da tutto il mondo, messi insieme da direttori d’orchestra orgogliosi di essere alla Fenice.

Secoli di storia che, nel 1996, in una sera d’inverno, stavano per essere cancellati dalle fiamme di un incendio doloso propagatosi dall’ultimo piano del Teatro. Un incendio che, dopo soli 8 anni, era già stato dimenticato grazie al lavoro di una città che voleva riavere, dov’era e com’era, il suo Teatro. E il concerto di Capodanno arriva come celebrazione ultima di questa rinascita.

Tra le curiosità, il Concerto del 2011 è stato dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia (per l’occasione venne suonato “Il canto degli italiani”), mentre quello del 2013 è stato dedicato interamente alle musiche di Giuseppe Verdi per festeggiare il bicentenario dalla nascita. Quello dell’1 gennaio 2022, che arriva nel pieno delle manifestazioni dei 1600 anni della città di Venezia, ha come protagonista il direttore d’orchestra Fabio Luisi che, come da tradizione, propone un programma musicale in due parti. Una prima esclusivamente orchestrale e una seconda parte dedicata al melodramma, con una carrellata di arie, duetti e passi corali interpretati da solisti di assoluto prestigio e dal Coro del Teatro La Fenice.

Ogni anno il Concerto si chiude con due pagine celeberrime di Giuseppe Verdi, capisaldi del patrimonio musicale italiano: il Coro “Va’ pensiero sull’ali dorate” dal “Nabucco” e il più celebre brindisi della storia dell’opera “Libiam ne’ lieti calici”, intonato da Alfredo durante la festa in casa di Violetta, all’inizio della Traviata.


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