Nei primi giorni di dicembre, 6 ministre italiane, Elena Bonetti alle Pari Opportunità, Luciana Lamorgese all’Interno, Marta Cartabia alla Giustizia, Mara Carfagna per il Sud, Maria Stella Gelmini agli Affari regionali e alle autonomie ed Erika Stefani alla Disabilità, hanno presentato un disegno di legge per rendere più efficace la lotta alla violenza domestica.
Lo scopo del disegno di legge è quello di accelerare l’iter burocratico, allontanare l’aggressore, evitando che possa nuocere di nuovo alla vittima, incentivare le donne a denunciare e allontanarsi dal loro carnefice, proteggendole e sostenendole concretamente.
Di seguito le principali novità che dovrebbero essere introdotte:
La possibilità di procedere d’ufficio, anche senza la denuncia della persona interessata, nei casi di recidiva o di violazione degli obblighi o ammonimenti già in atto.
La possibilità di prevedere un servizio di vigilanza davanti casa.
Il reddito di libertà (400 euro per dodici mesi), per le vittime che non sono autosufficienti economicamente.
Il braccialetto elettronico per l’aggressore, non più basato sul consenso del soggetto, ma imposto.
Un intervento normativo che arriva poco prima delle festività natalizie, un periodo dell’anno in cui, purtroppo, questo fenomeno tende ad acuirsi. Questo perché si trascorre più tempo in casa, e per alcune donne questo vuol dire passare più tempo con un uomo violento e prevaricante.
“Questo disegno di legge è una notizia importantissima, che ci auguriamo rappresenti un passo in avanti concreto, ma purtroppo temo che la strada sia ancora lunga e ripida. – Commenta l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia e da sempre al fianco delle donne vittime di violenza – Ciò che, a parer mio, bisogna attivare al più presto sono le forze in campo per permettere che venga attuato tutto ciò. Non basta emettere il provvedimento, è necessario avere mezzi e strumenti per attuarlo. Ad esempio, se il reddito di libertà viene accreditato dopo mesi dalla denuncia, la vittima continuerà a non avere i mezzi per lasciare quella casa. O, per quanto riguarda la vigilanza sotto casa, abbiamo forze sufficienti per garantirlo? In merito, invece, alla procedibilità di ufficio, penso alle procure già intasate di procedure da eseguire e esaminare, saranno in grado di garantire una maggior rapidità, senza che siano stati previsti cambiamenti al loro interno? Devo ammettere che mi preoccupa l’esecuzione del tutto, temo che sia una bella proposta, ma di difficile realizzazione. Ci vogliono task force efficaci e pronte, uffici specializzati e disponibili ad eseguire tali misure, sostanzialmente più personale. Nella lotta e contrasto alle violenze domestiche dobbiamo tutti essere ottimisti però non possiamo limitarci ad emanare norme, dobbiamo renderle attuabili. Ad ogni modo, vorrei dire grazie all’esecutivo per aver posto l’attenzione su questo gravissimo problema, che sta facendo vittime tra donne e minori, con dati sempre più allarmanti negli ultimi anni”.