Refurbed, il marketplace online per l’elettronica completamente ricondizionata, ha individuato una serie di buone pratiche di riutilizzo che possono contribuire al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente, incentivando il riciclo di oggetti di uso quotidiano.
I protagonisti assoluti del riutilizzo sono certamente i capi di abbigliamento che, con la versatilità e durevolezza dei loro materiali, si prestano facilmente a forme ed usi alternativi. Ma quali altri oggetti nascondono un potenziale di upcycling?
Bottiglie di plastica
Vecchi CD e DVD
Tappi di sughero
Vecchi mobili
Mascherine
In aggiunta agli oggetti citati, un ruolo fondamentale è giocato dai dispositivi elettronici che, una volta terminato il loro ciclo di vita, costituiscono una delle peggiori forme di inquinamento per il pianeta. Secondo i dati refurbed, ogni anno nel mondo si producono, infatti, oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, dovute soprattutto a pratiche di smaltimento scorrette e frequenti sostituzioni. Refurbed ha fatto di questo problema la sua ragione d’esistere, offrendo una soluzione concreta al cosiddetto e-waste attraverso la rigenerazione e il ricondizionamento di dispositivi elettronici.
Secondo i dati di refurbed, in Italia solo il 20% dei consumatori sensibili all’impatto ambientale sceglie di riciclare il proprio dispositivo elettronico prima di acquistarne uno nuovo, contro il 17% che preferisce smaltirlo insieme agli altri rifiuti. Queste abitudini sono ricollegabili alla poca informazione diffusa sul tema dell’inquinamento elettronico e sulla pratica del ricondizionamento: solo il 9% degli over 35, infatti, è a conoscenza della differenza tra un prodotto di seconda mano e uno ricondizionato. Nonostante questo, però, un dato positivo è riscontrabile nei consumatori che prenderebbero in considerazione l’acquisto di un dispositivo rigenerato, corrispondenti al 46% degli intervistati.