Giovani e sesso: approccio precoce e scarsa educazione

La ripresa delle attività sociali, della scuola, dei contatti e dei rapporti personali, che tanto sono mancati nell’ultimo anno e mezzo, hanno rappresentato sicuramente un momento di gioia, soprattutto per i più giovani, la cui socialità è stata messa a dura prova dalla pandemia. A questo proposito, Durex, per celebrare la ripartenza dopo tanti mesi difficili, ha ideato Sextember – Il Mese della Salute Sessuale: un momento, per la prima volta in Italia, interamente dedicato alla salute e al benessere sessuale, con l’obiettivo di contribuire a fare un passo in avanti nel percorso di sensibilizzazione verso il dialogo e l’educazione affettiva e sessuale e fornire un sostegno concreto a tutte le persone che necessitano di un supporto medico o psicologico sulla propria vita e salute intima.

In questo ambito, sono proprio i giovani – che rappresentano la fascia di età più fragile – a necessitare di attenzione. A tale scopo, anche quest’anno Durex ha realizzato, in collaborazione con Skuola.net, l’Osservatorio Giovani e Sessualità: un’indagine statistica, svolta su un campione di oltre 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni, che ha permesso di indagare il rapporto di preadolescenti, adolescenti e giovani adulti con la sessualità e l’affettività. Dai primi risultati, ciò che emerge è un approccio sempre più precoce dei giovani alla sessualità: il 42% degli intervistati, infatti, afferma di aver avuto il primo rapporto sessuale tra i 15 e i 16 anni, ma c’è anche chi dichiara di aver avuto la sua prima esperienza prima dei 13 anni (3%).

Il dato più preoccupante che emerge dall’indagine è che questo approccio così precoce risulta essere accompagnato dalla messa in atto di comportamenti poco consapevoli e molto spesso a rischio: tra gli intervistati, meno della metà (49%) è solito utilizzare il preservativo, dato che diventa ancor più preoccupante se confrontato con il 57% del 2018.

Inoltre, parlando di contraccezione, alla domanda sull’utilizzo del coito interrotto, più della metà del campione (63%) ha dichiarato di aver utilizzato questa pratica, dato in progressivo aumento rispetto agli anni scorsi (2018, 52%; 2019, 57%; 2020, 62%). L’indagine indica poi una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 2020 di coloro che sono convinti dell’efficacia di questo metodo contro gravidanze indesiderate e IST (15% nel 2021 vs 8% nel 2020). Al contrario, in netto calo rispetto al passato, è il numero di coloro che si dichiarano consapevoli dell’inefficacia di questo metodo: 48% nel 2021 contro il 58% nel 2018.

La scarsa consapevolezza sui rischi per la propria salute e per quella altrui è accompagnata poi dalla mancata adesione a programmi di prevenzione e di screening: il 68% dei giovani intervistati non si è infatti mai rivolto a specialisti (ginecologi, andrologi), solo il 6% ha effettuato un test per la diagnosi dell’HIV e il 7% per la diagnosi di altre infezioni.

La situazione è poi ulteriormente aggravata dallo scarso confronto e dialogo. I giovani, infatti, non sembrano sentirsi a loro agio nell’affrontare questa tematica con la famiglia: il 54%, infatti, dichiara di non parlare con i genitori di prevenzione e sesso sicuro. Tra le motivazioni, il 39% non si sente a proprio agio nel farlo e il 27% sostiene che il sesso sia un argomento tabù a casa. La mancanza di questo confronto e dello scambio con figure più esperte come i genitori o gli adulti di riferimento, unita alla necessità e al desiderio di conoscenza, comporta l’esposizione dei giovani ad informazioni potenzialmente a rischio di fake news e di informazioni sbagliate e fuorvianti: il 50% è infatti solito cercare informazioni sul sesso e sulla contraccezione su internet, seguito poi da coloro che si confrontano con gli amici (11%) e da chi invece sceglie, addirittura, di non chiedere a nessuno (8%).

Di fronte a questo scenario complicato e a tratti preoccupante, quali potrebbero essere, pertanto, le misure da introdurre? L’educazione in ambito affettivo e sessuale risulta sicuramente la principale, in quanto strumento importante al fine di arginare gli effetti collaterali di un approccio al sesso fatto di scarsa educazione e privo di quei filtri che educatori, esperti e genitori potrebbero porre nei confronti dei giovanissimi.

A questo proposito, l’educazione sessuale in ambito scolastico risulta ancora scarsa o praticamente assente: sebbene il 56% abbia già parlato di sessualità e contraccezione a scuola, di questi il 36% racconta di aver ascoltato “cose che conosceva già”. A questo si contrappone il fatto che il 44% degli intervistati non ha mai avuto accesso a questa esperienza, con la diretta conseguenza che il 34% di essi si definisce desideroso di poter accedere a programmi e informazioni di questo tipo.

L’influenza positiva delle iniziative di educazione sessuale è confermata anche dai dati dell’Osservatorio Durex: parlando dell’inefficacia del coito interrotto, ad esempio, emerge una maggiore consapevolezza (51%) tra coloro che hanno affrontato queste tematiche a scuola, rispetto invece a chi non ha avuto accesso a queste informazioni (44%). Medesima tendenza per quanto riguarda l’utilizzo del preservativo come strumento più efficace contro le IST: il 76% di coloro che ne hanno parlato a scuola conferma e sostiene l’efficacia del preservativo al contrario di chi, invece, non ha potuto affrontare questi argomenti tra le mura scolastiche (64%).

Questi dati offrono degli elementi di riflessione fondamentali per Durex al fine di aumentare la consapevolezza tra i suoi interlocutori sui rischi correlati alla mancanza di educazione affettiva e sessuale e di indirizzare il proprio impegno quotidiano nel fornire alle giovani generazioni gli strumenti necessari per compiere scelte informate e consapevoli.

Per fare questo è necessario promuovere sempre più un dialogo aperto con famiglia, educatori ed esperti, sfidando timori e pregiudizi, nonché aumentare gli interventi di educazione, a partire dal contesto scolastico, alla salute, alla prevenzione, alle emozioni e al rispetto reciproco, diffondendo la cultura del preservativo come atto di amore verso sé stessi e gli altri ed aiutando i giovani di oggi ad affrontare con serenità la propria vita affettiva e a diventare adulti sessualmente consapevoli e sani.


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