La Francia non ha mantenuto i propri impegni per la lotta ai cambiamenti climatici emettendo tra il 2015 e il 2018 15 milioni di tonnellate di gas serra in eccesso, deve ora rimediare entro la fine del 2022 prendendo tutte le misure necessarie. Lo ha deciso il tribunale amministrativo di Parigi nella sentenza dell’”Affaire du Siècle”, il processo del secolo.
Questa sentenza senza precedenti obbliga l’attuale governo, ma anche il futuro inquilino dell’Eliseo, visto che ad aprile 2022 si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica: ci sono 14 mesi per recuperare il ritardo accumulato in tre anni.
Il procedimento inizia nel dicembre 2018, quando le organizzazioni Notre Affaire à Tous, la Fondazione Nicolas Hulot, Greenpeace Francia e Oxfam Francia portano in tribunale lo Stato. Una prima condanna, puramente simbolica, arriva invece a febbraio di quest’anno.
Per le quattro organizzazioni: “D’ora in poi, il presidente che non rispetta gli impegni climatici della Francia la condannerebbe due volte: prima esponendo la sua popolazione agli impatti sempre più devastanti e costosi dei cambiamenti climatici, poi esponendola a ulteriori condanne da parte dei giudici».
Il prossimo quinquennio è quello decisivo e le prossime elezioni sono cruciali. Per rispettare i suoi impegni sul clima, lo Stato dovrebbe, ad esempio: raggiungere 700 mila ristrutturazioni con standard di elevata efficienza energetica all’anno; aumentare il traffico ferroviario dal 20 al 25 per cento rispetto al 2018; moltiplicare per quattro la superficie coltivata ad agricoltura biologica.