La musica unisce popoli e culture, supera confini per diventare linguaggio universale e strumento di integrazione. Dal 2 al 16 ottobre entra nel vivo il Word Music Festival, evento che, unendo i quattro punti cardinali, si svolge tra Gallarate, Milano e Legnano e chiude il progetto europeo MoSaIC – Music for Sound Integration in the Creative sector – cofinanziato dalla Commissione Europea. Quattro formazioni musicali provenienti da Italia, Danimarca, Belgio e Romania; sei concerti (con due anteprime) dove protagonisti sono musicisti di diversa nazionalità e cultura; una conferenza internazionale e un workshop per dimostrare la forza della musica quando si parla di integrazione.
Organizzato dall’associazione Ensemble Amadeus di Rescaldina (MI) con il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate insieme con il Circolo Culturale e Ricreativo (CCR) della banca, di Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e Fondazione Ticino Olona, e il patrocinio dei Comuni interessati, il Word Music Festival dà voce a 36 musicisti di differente etnia, in rappresentanza delle diverse culture presenti oggi in Europa, di cui 12 provenienti da paesi extraeuropei e aventi lo status di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, in rappresentanza delle popolazioni mondiali che in questo momento soffrono nei loro paesi situazioni di guerra, carestia e persecuzione e vedono nell’Europa la possibilità di una vita migliore.
«Il progetto MoSaIC nasce con l’esplicita volontà di creare un percorso comune di conoscenza e integrazione tra differenti culture, che abbia come comun denominatore la musica», osserva Marco Raimondi, presidente dell’associazione Ensemble Amadeus e direttore del Coro e dell’Orchestra sinfonica Amadeus. «In quasi due anni di attività, escludendo lo stop imposto dalla pandemia, sono stati fatti incontri, laboratori e selezioni per individuare le migliori candidature tra quanti sono in Italia con permesso di soggiorno, con lo scopo di dare vita a una nuova comunità di musicisti a livello europeo dove la condivisione di tradizioni e culture diverse diventa occasione di arricchimento reciproco. Compongono oggi l’orchestra Amadeus musicisti provenienti da Spagna, Belgio, Romania, Scozia, Bulgaria, Albania, Repubblica Ceca, Ungheria, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Francia, Slovenia, Svizzera e Regno Unito ma anche da Iran, Azerbaigian, Stati Uniti, Ucraina, Cosa d’Avorio, Corea sud, Siria, Cuba, Colombia, Brasile, Ecuador, Perù, Venezuela, Libia, Etiopia, Cina ed Egitto».
Il lavoro svolto da Amadeus è stato quello di attingere dalle tradizioni musicali di ciascun Paese per elaborare e proporre brani provenienti da ogni angolo del mondo in chiave “europea”. «Brani musicali iraniani, coreani e della Costa d’Avorio sono stati riarrangiati proprio in chiave sinfonica per permettere di renderli anche maggiormente accessibili a un pubblico europeo», aggiunge Enrico Raimondi, direttore artistico MoSaIC. «Unico problema riscontrato è stato con alcuni brani della tradizione persiana che, utilizzando i quarti di tono, non hanno la stessa scala che usiamo nella musica sinfonica. In questo caso sono stati mantenuti nella versione originale».
Lo stesso lavoro è stato compiuto anche dalle altre tre formazioni che hanno aderito a MoSaIC e che sono state scelte in rappresentanza dei quattro punti cardinali: l’Orchestra Koor&Stem di Anversa (Belgio), la Swinging Europe di Herning (Danimarca) e la Sound Cultural Foundation con sede a Bucarest (Romania).
«Affrontare il tema dell’integrazione oggi è una necessità. Farlo attraverso la musica è significativo perché la musica è un elemento di unione e di condivisione, oltre che di crescita culturale», dice il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «Che il progetto MoSaIC, e da questo il Word Music Festival, sia stato realizzato da una realtà dell’Altomilanese è una cosa che ci riempie di orgoglio. Soprattutto, questo conferma l’importanza dell’azione che come Credito Cooperativo svolgiamo nel sostenere quanti sanno dare valore al territorio, tenendo lo sguardo alto».
Il risultato finale di MOSaIC è il Word Music Festival, un momento di sintesi con una serie di concerti, workshop e conferenze sul tema del linguaggio universale della musica. Dopo le due anteprime, che si sono svolte rispettivamente a Castellanza e Busto Arsizio con protagonisti il violinista iraniano Faez Torkaman e il soprano Son Cecilia Hyunah della Corea del Sud, entrambi in Italia per motivi di studio, il Festival entra nel vivo con due concerti dell’Orchestra dell’Accademia Amadeus e del Coro Sinfonico Amadeus con protagonisti il violinista ucraino Artem Dzeganovskji (il 2 ottobre a Gallarate) e la pop singer ivoriana Diane Olga Ahikoua (il 16 ottobre a Legnano). Nella settimana dall’8 al 10 ottobre, la scena si sposta a Milano con i concerti dei gruppi internazionali ospiti: Swinging Europe è un gruppo danese specializzato in musica d’avanguardia che unisce suoni ad arte visiva diretto da Mette Marie Jensen Ørnstrup che si esibirà l’8 ottobre allo Spazio Tertulliano, così come l’ensemble Sound Cultural Foundation dalla Romania, diretto da un’altra musicista donna, Petra Acker. A Villa Litta Modignani il 10 ottobre è previsto invece il concerto di Koor&Stem, gruppo belga diretto anch’esso da una donna, Aurélie Nyirabikali Lierman. Momento clou a Milano, presso l’anfiteatro di Cassina Anna per tutti gli artisti sabato 9 ottobre nel pomeriggio, accompagnati dall’Orchestra e Coro Sinfonico Amadeus a creare il sound della MoSaIC Symphonic Choir&Orchestra diretti dal maestro Marco Raimondi con arrangiamenti musicali inediti del maestro Enrico Raimondi.
A completare la proposta: la conferenza di venerdì 8 ottobre allo Spazio Tertulliano sul “linguaggio universale della musica” e con la partecipazione di artisti internazionali, tra i quali una rappresentanza di profughi afghani con il filosofo Giuseppe Girgenti in qualità di moderatore e il workshop di domenica 10 ottobre (dalle 10 alle 16) a Villa Litta Modignani per conoscere strumenti, voci e artisti dal mondo.